Giro del Delfinato, le pagelle: Roglic e la Jumbo da paura! Caruso quasi al top, Ganna padrone delle crono. Ma la Ineos esce ridimensionata

Jumbo-Visma stellare al Giro del Delfinato: Roglic, Vingegaard, Van Aert e Kruijswijk sorridono sul podio finale (foto: A.S.O./Aurelién Vialatte)
Tempo di lettura: 3 minuti

Se fino a una settimana fa Tadej Pogacar sembrava avere pochi rivali sulla strada per il terzo successo consecutivo al Tour de France, i giorni sulle strade del Delfinato – come spesso succede – hanno detto qualcosa di diverso. E cioè che la Jumbo-Visma vista al Giro del Delfinato è pronta, prontissima, alla sfida. L’ultima tappa è stata la conferma più chiara di quello che era emerso nelle prime frazioni della corsa francese: e cioè che Primoz Roglic non ha affatto rinunciato all’idea di strappare la Grande Boucle al suo giovane connazionale. Mentre Pogacar ha scelto di prepararsi a Livigno, spianando le durissime salite italiane per essere al massimo al via di Copenaghen, Roglic ha deciso di oliare i meccanismi di squadra e di misurarsi con il resto del gruppo al Delfinato, ottenendo il suo primo successo in questa corsa che tradizionalmente anticipa temi (e salite) del Tour. Mancano 19 giorni alla grande partenza in Danimarca, ed ecco che cosa ha detto la prova regina.

Giro del Delfinato, le pagelle di quibicisport: da Roglic alla Ineos, promossi e bocciati della corsa francese

Primoz Roglic 9 – Vero, sull’ultima salita è sembrato in apnea, il suo compagno Vingegaard dava l’impressione di poterlo staccare con un filo di gas. Invece sono arrivati in parata, mano nella mano, come a dire: chi vorrà vincere il Tour dovrà passare da noi. La Jumbo fa paura da quanto è forte, non dimentichiamo che all’occorrenza c’è anche Wout Van Aert (che ha chiuso in maglia verde: voto 8,5) che può giocare un ruolo non indifferente. Per non parlare di Steven Kruijswijk (voto 8), importantissimo nei primi chilometri dell’ultima salita. Quanto al capitano designato, non può essere in condizione perfetta (anzi: sarebbe grave se lo fosse adesso), però gli basta per vincere la sua undicesima corsa a tappe e per mostrare parecchia sicurezza anche nelle dichiarazioni. Dopo la penultima tappa, a chi gli chiedeva chi fosse il suo più pericoloso rivale per l’ultima, ha risposto: «Me stesso». E dopo il traguardo ha fatto il comico: «Adesso vado in vacanza. Poi al Tour per preparare la Vuelta». Morale altissimo. 

Jonas Vingegaard 9,5 – Molto più magro e più scalatore puro del capitano, sull’ultima salita è decisamente più forte ma lo aspetta per completare la giornata trionfale della Jumbo. Il Tour comincia dalla sua Danimarca, siamo sicuri che Vingo sarà uno dei grandi protagonisti.

Ben O’Connor 8,5 – Solido, il futuro è dalla sua parte. L’australiano è quello che tiene meglio quando la Jumbo comincia a spazzare via il resto del gruppo. Dietro Haig supporta bene Caruso, Chaves si mostra solido e Meintjes sorprende in positivo, mentre il solo Gaudu non mantiene le promesse, amareggiando i tifosi francesi che continuano a rimandare il sogno di vedere uno di loro in grado di lottare per il Tour.

Damiano Caruso 8 – L’ultima era una tappa corta, con 3.600 metri di dislivello, e molto caldo. Il siciliano dalla Bahrain Victorious si è gestito alla grande, sfruttando al meglio la sua esperienza: sesto al traguardo, ha chiuso quarto in classifica generale. Vale per lui quello che abbiamo detto per Roglic: non è adesso che bisogna sfoggiare la forma perfetta, bisogna avere ancora margini di crescita. E lui li ha.

Filippo Ganna 9 – Se la crono doveva essere la prova generale in vista della prima tappa del Tour, allora l’ipotesi maglia gialla prende consistenza: Pippo ha vinto la sua diciottesima crono in carriera, davanti a lui c’è soltanto Rohan Dennis (con 21 vittorie), e dietro (entrambi a quota 17 successi) due grandi come Tom Dumoulin e Primoz Roglic. 

Ineos 5 – Il team in compenso esce dal Giro del Delfinato ridimensionato: Tao Geoghegan Hart (voto 5, come sopra) non ha risposto a tono ai fenomeni della Jumbo, chiudendo ottavo in classifica generale a quasi quattro minuti da Roglic. Quanto al team, ha mandato altre punte (Pidcock, Dani Martinez) al Giro di Svizzera, preferendo diversificare. Vedremo sulle strade del Tour se sarà stata una buona idea.