GIRO D’ITALIA / Le salite di oggi: Passo del Tonale e Vetriolo

Passo del Tonale
Passo del Tonale dal versante lombardo
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PASSO DEL TONALE 

Sino agli inizi degli anni 60 il Passo Tonale ispirava i campioni, da Binda a Valetti, da Bartali a Van Looy, poi ha iniziato una lunga e graduale decadenza, suscitando solo l’interesse di comprimari o, quando andava bene, quello dei pretendenti alla classifica di miglior scalatore. Per la sua collocazione geografica, la salita del Tonale è stata quasi sempre inserita nei percorsi con la funzione di “ancella” di come più importanti, prestigiose e selettive, come il Gavia, il Mortirolo e lo Stelvio. Fece la sua prima comparsa al Giro nel 1933 proprio nell’anno in cui nasceva la classifica di miglior scalatore. Era l’ultima tappa dell’ultimo dei 5 giri vinti da Alfredo Binda. E il fuoriclasse di Cittiglio, manco a dirlo, transitò trionfalmente in testa, in maglia rosa, e Milano non lascio proprio nulla agli avversari aggiudicandosi anche l’ultimo traguardo parziale. 

Su questo valicò transitò in testa, nel 1953, anche il grande Gino Bartali, che tuttavia nel 1939 visse sui tornanti del Tonale una delle sue più cocenti sconfitte. Nella tappa alpina Trento-Sondrio, la penultima del Giro, che prevede le scalate di Tonale e Aprica, viene brutalmente attaccato da Giovanni Valetti. Fa freddo e scende del nevischio. Valetti, in giornata di grazia, scatta a ripetizione. A metà salita ha già quasi 4 minuti su Bartali. Sulla cima ha 2’35” su Bizzi, 4” su Cinelli, Vicini e Cottur; Bartali è affondato a 5’15”. Recupera qualcosina in discesa, ma sulla successiva salita dell’Aprica crolla definitivamente, cronometrato a 8 minuti. Il distacco al traguardo sarà di poco inferiore agli 11 minuti. Gino perde la maglia rosa che nella tappa precedente, a Trento, aveva sottratto proprio a Valetti, il quale si avvia così a vincere il suo secondo Giro d’Italia. 

Il belga Rik Van Looy aveva tentato sul Passo del Tonale, nel 1960, un attacco alla maglia rosa Anquetil nel tappone che comprendeva per la prima volta la scalata del Gavia. Prese il largo assieme a Massignan, che precedette sulla cima, ma poi andò in crisi sul Gavia e finì la corsa a quasi 7 minuti da Charly Gaul, che s’aggiudicò la tappa. 

Per due volte il Passo del Tonale, anziché valico di transito, ha ospitato arrivi di tappa del Giro: nel 1997 s’impose il colombiano Chepe González Pico; nel 2010 lo svizzero Tschopp anticipò a sorpresa i grandi favoriti: Evans secondo a 16”, la maglia rosa Basso terzo a 25”; quarto Scarponi e sesto Nibali. 

Gli altri conquistatori del Tonale sono stati Vincenzo Rossello (1954), Mugnaini (1967), Polidori (1969), Farisato (1971), Vicino (1979), Natale (1981), Pagnin (1991), Perona (1996), Piccoli (1999), Rabottini (2012), i tedeschi Junkermann (1959), Kraft (1977) e Wegmann (2004), gli svizzeri Sutter (1978) e Joho (1990), gli spagnoli Rodrìguez Magro (1984), Gárate (2006) e Rubén Fernández (2015) e il lussemburghese Gastauer (2011) 

VETRIOLO

La salita di Vetriolo Terme (oggi si scollina poco prima, al Passo di Compèt) esalta gli spagnoli. E’ stata affrontata quattro volte dal Giro d’Italia e in ben tre occasioni ha visto svettare al comando un iberico. Julio Jiménez realizzò addirittura una doppietta, passando in testa sia nel 1966 (venne poi raggiunto nella discesa dalla maglia rosa Motta, che lo precedette di 3” sul traguardo di Levico) che nel 1968 (vincendo la tappa al Lago di Caldonazzo). Nel 1990 fu invece la volta di Eduardo Chozas. Nell’edizione del 1988 Vetriolo ospitò l’arrivo di una cronoscalata di 18 chilometri con partenza da Levico Terme. Ad imporsi fu lo statunitense Andy Hampsten, già in maglia rosa, che alla media di 25,350 kmh staccò di 32” Visentini e di 40” Giupponi.