«Io l’avevo detto che Nibali stava bene – gongola Beppe Conti – Peccato per la giornata dell’Etna, ma adesso non deve più pensarci: oggi i suoi avversari hanno capito che dovranno fare i conti anche con lui».
Beppe, può salire sul podio?
«A questo punto perché no? Nella terza settimana è sempre andato a migliorare, oggi è stato brillante anche su salite brevi e dure che storicamente non ha mai amato».
Però ti aspettavi che vincesse muovendosi in discesa.
«Ci credevo molto. Secondo me in alcuni frangenti ha speso troppo e quando Yates ha attaccato non aveva le energie necessarie per seguirlo. Peccato, ma che tappa ha fatto!»
Che verità racconta l’attacco di Carapaz?
«Quando un campione fa un’azione del genere e poi viene ripreso non è mai un bel segnale. Le sue salite devono ancora arrivare, ma io credo che il Carapaz del 2019 fosse più forte».
E adesso, essendo in rosa, dovrà anche controllare la corsa.
«Il Giro è ancora lungo, mai come quest’anno. Carapaz rimane il favorito, ma dopo due settimane non è mai stato dominante come si temeva alla vigilia».
La Ineos dovrà marcare soprattutto la Bora, fin qui la squadra migliore.
«Oggi hanno spaccato la corsa, ma dovevano capitalizzare. Non è bello spendere così tante energie e non vincere. Però è vero, la formazione tedesca sta correndo col piglio giusto».
Chi vedi sul podio con Carapaz e Hindley, fin qui i due più forti?
«Non mi voglio sbilanciare, dico soltanto che Pozzovivo e Nibali hanno una grande chance: se Almeida e Landa non migliorano sono assolutamente alla loro portata».
Lopez merita l’onore delle armi.
«Sì, tanto lui quanto Valverde. Hanno retto fin troppo, nessun rimpianto e nessuna critica. Li rivedremo comunque coi migliori, magari per lottare per una vittoria di tappa. Ne sono sicuro».