Alessio Martinelli, un ottimo inizio stagione per sognare il Giro: «Quest’anno voglio lottare per la classifica generale. Bardiani? L’ambiente giusto per crescere»

Martinelli
Alessio Martinelli in trionfo al GP Alanya (foto: Bardiani - CSF - Faizane & Yucelcakiroglu)
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Il progetto giovani della Bardiani inizia a dare i suoi frutti. La gioia per la vittoria di Martin Marcellusi al Trofeo Piva si unisce con i risultati che altri corridori stanno portando al team dei Reverberi. In questo inizio di stagione infatti ha brillato il nome di Alessio Martinelli, vincitore già di tre corse: il GP Alanya tra i professionisti, una tappa alla Carphatian Race e il GP del Marmo.

Martinelli, un inizio promettente…

«Un buon inizio, anche se con un po’ più di fortuna avrei potuto fare anche di più. Ho avuto il Covid a gennaio e, per assurdo, di nuovo a marzo. In entrambi i casi mi sono dovuto fermare per un paio di settimane, peccato perché avevo vinto in Turchia e sentivo di essere in ottima forma».

Tra l’altro hai vinto tra i professionisti.

«Non era il Tour de France, capiamoci, però quella vittoria mi ha dato grande morale. C’erano buoni corridori e arrivare primo dopo una corsa molto dura è stato un grande risultato. Ho corso con i pro’ anche al Laigueglia, la Coppi e Bartali e la Freccia del Brabante. Esperienze importanti che aiutano a crescere».

L’ultimo successo al Marmo, di forza.

«È stata una corsa impegnativa, dove siamo stati bravi a spezzare il gruppo in discesa e fare successivamente corsa dura. Sull’ultima salita siamo rimasti in tre e ci siamo giocati la vittoria in volata. Tengo bene sulle salite, ma allo stesso tempo ho un buono spunto veloce».

E tra poco arriva il Giro d’Italia. Sarai lì per fare classifica?

«L’idea è quella, ho grandi obiettivi per il Giro. In realtà anche lo scorso anno ero speranzoso, poi però un po’ per una caduta un po’ perché c’era Ayuso in squadra che è un piccolo fenomeno, non ho potuto giocarmi le mie carte. Torno quest’anno per riprovarci e puntare a un risultato di rilievo».

Alessio Martinelli nel corso della terza tappa del Giro d’Italia Under 23 (foto: Rodella)

Il percorso ti piace?

«Molto. C’è anche l’arrivo di Santa Caterina che è a dieci chilometri da casa mia, ci tengo particolarmente. È un Giro duro, anche se più breve rispetto agli anni passati. Essenzialmente le tappe decisive saranno due, quelle d’alta montagna che decideranno la classifica generale».

Come prepari il Giro?

«Trascorrerò due settimane di ritiro a Livigno con gli altri ragazzi, affinando la condizione per la partenza della corsa rosa. Studiamo il percorso, ci alleniamo duramente e osserviamo gli avversari».

Quali sono i principali?

«Direi tutta la FDJ Continental: Gregoire è il nuovo Ayuso. Ma se avrà problemi possono contare su Lenny Martinez e Reuben Thompson, già vincitore del Giro della Valle D’Aosta lo scorso anno. Sono la squadra da battere».

Con il Giro hai la possibilità anche di conquistare la nazionale per l’Avenir…

«Si, certo la nazionale non dipende solo da me, ma anche dai piani di Marino Amadori. Sarebbe il coronamento di una bella stagione, ma andiamoci piano e non dimentichiamoci che ci sarà anche il Valle D’Aosta per farsi valere: non tutto si deciderà al Giro».

Nella Bardiani come ti stai trovando?

«Molto bene, credo sia l’ambiente giusto per me. Non siamo separati dai “grandi”, così mi sento in tutto e per tutto un professionista. Allo stesso tempo vengo seguito con calma, non mi chiedono risultati immediati perché l’età gioca a mio favore. Posso crescere con tranquillità alzando sempre di più l’asticella».

In Colpack quest’anno avevi l’opportunità di essere leader indiscusso. Come mai ha deciso di lasciare?

«Facevo ritiri con la Bardiani già da tre anni e avevo avuto modo di vedere come lavorava la squadra. Stavo benissimo in Colpack, ma volevo fare un passo in avanti, senza però esagerare, magari andando in una World Tour. Ecco perché sono qui».