Giro d’Italia / I verdetti di Beppe Conti: «Van der Poel troppo generoso come nonno Poulidor e domani forza Ciccone»

Mathieu Van der Poel prova uno dei suoi attacchi nella tappa di Napoli (foto: Fabio Ferrari/LaPresse)
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Oggi è stato emozionante tornare a Napoli – racconta Beppe Conti perché proprio al Monte di Procida si tenne la prima tappa del Giro d’Italia che io abbia mai seguito da giornalista: era il 1977, l’anno di Pollentier, e in un prologo Maertens batté Moser. Da allora il Giro d’Italia l’avrei seguito altre 44 volte. Bei ricordi

E un gran bagno di folla, Beppe: un peccato che il movimento ciclistico meridionale sia poco organizzato.

«Ogni volta sono sentimenti contrastanti: l’ammirazione per la passione dei tifosi e il dispiacere per un movimento a tratti assente. Il Sud meriterebbe ben altro, la giornata di oggi è stata magnifica».

Alla fine ha vinto De Gendt, lo specialista delle fughe.

«Un gran bel corridore che non attacca mai per caso e una volta che è davanti diventa temibilissimo. Dieci anni fa lo Stelvio, adesso Napoli: complimenti».

Gli altri devono avere qualche rimpianto?

«Non Gabburo, che ha già fatto il suo chiudendo 2°: De Gendt era troppo forte».

Forse Van der Poel?

«Ecco, lui qualche rimpianto lo avrà. Più di una volta le sue tattiche non sono state all’altezza della sua classe. Ha tirato tanto, si è fatto scappare De Gendt e gli altri tre e nel finale ormai era troppo tardi. Generoso, fin troppo: come capitava a suo nonno Poulidor».

E domani c’è il Blockhaus: i migliori non potranno più nascondersi.

«Oggi dovevano soltanto evitare cadute e imprevisti, e mi pare che ci siano riusciti. Ma domani sarà finalmente scontro. Spero di vedere davanti anche Ciccone: siamo nelle sue terre e so che alla tappa del Blockhaus pensa da tempo e tiene particolarmente. Tiferò per lui».