Giro d’Italia / I verdetti di Beppe Conti: «Formolo doveva sprecare meno, Dumoulin ha reagito da campione»

I fuggitivi della settima tappa del Giro d’Italia (foto: LaPresse)
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Era una delle tappe più attese dell’intera corsa rosa. Sia per la durezza, circa 4.500 metri di dislivello, sia per l’assenza di grandi salite: quindi un percorso mosso, frastagliato, imprevedibile. Alla fine, invece, la tanto temuta Diamante-Potenza si è risolta in un nulla di fatto ai fini della classifica generale. I migliori sono arrivati insieme senza darsi battaglia, rimandando tutto al Blockhaus di domenica. La vittoria di giornata se l’è aggiudicata Bouwman, di gran lunga il fuggitivo più pimpante di giornata. Battuti Mollema e Formolo in una volata ristretta. Quarto Dumoulin, quinto Villella.

Beppe, ci aspettavamo tanto e invece non è successo niente. Perché?

– Per i motivi che abbiamo già elencato. Vegni ha disegnato una prima settimana intensa e potenzialmente spettacolare, ma la corsa la fanno i corridori e se la reputano troppo dura non si scannano. Domani c’è un’altra tappa insidiosa, domenica c’è il Blockhaus.

Una prima settimana troppo dura, allora.

– Può darsi. Le altimetrie ci hanno ingolosito, la realtà dei fatti è stata un’altra. Ma non colpevolizzo nessuno. Il Giro è ancora molto lungo e le occasioni per divertirsi non mancheranno.

Di certo non doveva muoversi Carapaz: lui e la Ineos sembrano poter controllare a piacimento.

– Carapaz attaccherà sulle grandi salite. Non è uno scalatore che attacca a ripetizione, ma si muove sempre al momento giusto. Da questo punto di vista è temibile. E comunque non possiamo aspettarci ventuno tappe combattute come se fossero delle classiche.

La corsa, come già successo, l’hanno fatto i fuggitivi. Peccato per Formolo, 3° al termine di una delle poche giornate di libera uscita.

– E’ stato bravo e forte, ma forse doveva sprecare meno e risparmiare il più possibile: anche non tirando e assumendosi qualche rischio, se necessario. Bouwman era nettamente il più fresco e doveva fare di tutto per stancarlo e innervosirlo.

Bel segnale da Dumoulin: non sarà il campione di qualche anno fa, ma la stoffa c’è ancora.

– Ha reagito da campione. Se il piglio è questo, allora lo vedremo di nuovo all’attacco. Sinceramente non credo che il gruppo lo temesse in ottica maglia rosa: questo Dumoulin non è competitivo sulle tre settimane di un Giro così duro. Però, come detto, qualche bella soddisfazione può togliersela.

E domani si va a Napoli: tappa vallonata e molto temuta

.- Giustamente, direi, perché arriva dopo quella impegnativa di oggi e alla vigilia del Blockhaus. Domani, più che altimetriche, le insidie saranno planimetriche. Chi vorrà rischiare poco dovrà correre sempre nelle prime posizioni per evitare incidenti e rallentamenti, senza tuttavia prendere troppo vento in faccia. Più facile a dirsi che a farsi, me ne rendo conto.