GIRO D’ITALIA / I verdetti di Beppe Conti: «Van der Poel è un campione e suo padre mi ha fatto una confidenza»

Van der Poel
Mathieu Van der Poel sorridente al traguardo della prima tappa del Giro (foto: LaPresse)
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La tappa inaugurale del Giro d’Italia è andata secondo pronostico: ha vinto il grande favorito della vigilia, Mathieu van der Poel, che dopo aver indossato la maglia gialla al primo Tour de France veste anche quella rosa alla prima partecipazione al Giro. Secondo posto per Girmay, insieme all’asso olandese il debuttante più atteso. Alle loro spalle, la caduta piuttosto goffa (e pericolosa) di Ewan, che fino a quel momento si era comportato più che egregiamente.

Beppe, quanti giorni può rimanere in rosa van der Poel?

«Credo che domani possa difendersi, riuscendo quindi a sbarcare in Italia da leader. Sull’Etna la vedo dura resistere, pur non essendo un’ascesa mitica si tratta pur sempre di una salita vera e propria che dovrebbe rimanergli indigesta. Ma recentemente suo padre Adrie mi ha fatto una confidenza».

Quale?

«Che suo figlio Mathieu non è venuto al Giro soltanto per le vittorie di tappa, ma anche per capire se in futuro potrà misurarsi nella classifica generale di una grande corsa a tappe. Può darsi che sfrutterà le giornate più impegnative per capire cosa gli manca e fin dove potrebbe arrivare. Godiamocelo qualsiasi cosa voglia fare: è un campione».

Certo che un Giro così duro non sarà mai alla sua portata.

«Ovviamente no. E’ stata fatta una scelta precisa: quella di disegnare una corsa rosa appannaggio degli scalatori. Niente a che vedere coi tracciati che affrontavano Saronni e Moser al Giro e Indurain al Tour. Se mai van der Poel volesse puntare alla classifica generale, avrà inevitabilmente bisogno di un percorso più facile».

Tornando alla tappa di oggi, Ewan ha gettato al vento una bella chance. Non è la prima volta, tuttavia, che cade nelle fasi finali di gara.

«Sbanda veramente tanto, diventando pericoloso anche per gli altri. Mi ricorda gli interpreti giapponesi del keirin. Secondo me ha scelto un rapporto troppo duro e non escludo che questo abbia influito nella pulizia e nella linearità del suo gesto tecnico». 

Se Girmay si conferma un corridore dal sicuro avvenire, gli italiani hanno steccato. Peccato, soprattutto Ulissi aveva dato l’impressione di poterci provare.

«L’eritreo non mi ha stupito, d’altronde era uno dei favoriti della vigilia. Pare che abbia firmato un prolungamento di quattro anni a 1,2 milioni a stagione: mica male, sia per lui che per la sua squadra. Anch’io ho visto un buon Ulissi, ma forse ha esagerato: quando Formolo ha lanciato il forcing mancava quasi un chilometro all’arrivo».

Bardiani ed Eolo hanno deciso di non entrare nella fuga di giornata: condividi la loro scelta?

«Adesso devo dire di no, ma col senno di poi è facile. Evidentemente avevano altri piani, credo per Fiorelli e Albanese. Certo che piazzarsi in una giornata del genere non era semplice, e allora forse un loro uomo nella fuga non ci sarebbe stato male. Le occasioni non mancheranno, ma oggi avrebbero potuto comunque farsi vedere».