GIRO D’ITALIA / Cozzi avverte: «Nizzolo può vincere la ciclamino e ci sarà anche De Marchi»

Cozzi
Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel Start-Up Nation
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Al Giro ci saranno anche i due italiani della Israel-Premier Tech, vale a dire Giacomo Nizzolo e Alessandro De Marchi. La stagione del primo, seppur tra tanti piazzamenti e nessuna vittoria, era cominciata bene: 3° all’Alcudia e all’Almeria, 7° al Playa de Palma, 5° alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne e 2° nell’ultima tappa della Tirreno-Adriatico. Si era schierato alla partenza della Milano-Sanremo convinto di poter raccogliere un grande risultato, magari anche il successo se la corsa fosse andata in un certo modo. Nizzolo era a ridosso dei migliori nella discesa del Poggio, finché una caduta non l’ha estromesso dal finale: ha chiuso 18°, come domenica al GP Francoforte, con tanti rammarichi e una frattura alla mano.

«Fortunatamente era composta – riflette Claudio Cozzi, uno dei direttori sportivi della Israel-Premier Tech – e quindi il recupero è stato abbastanza veloce e lineare. Certo, il morale di Nizzolo non ne ha risentito in positivo».

Cozzi, adesso come sta?

«Sono passati più di 40 giorni, ormai è andato avanti. E’ giusto che un corridore faccia così, se no morirebbe di rimpianti e ricordi. Adesso Nizzolo è sereno e ambizioso e vuole rifarsi di quella sfortunata caduta alla Milano-Sanremo».

Però da quel giorno ha corso pochissimo. Pur di mettere chilometri nelle gambe ha partecipato al Tour of the Alps, una gara che non si addice alle sue caratteristiche (e dalla quale si è ritirato nell’ultima tappa, ndr).

«Ha partecipato alla Freccia del Brabante e al Tour of the Alps. Nella gara belga è arrivato 18°, nel gruppo più numeroso alle spalle dei dieci che si sono giocati il successo. Al Tour of the Alps, ovviamente, non aveva particolari ambizioni, ma soltanto un obiettivo: quello di fare tanta fatica e di prendere il Giro d’Italia di petto, senza timori».

La maglia ciclamino è alla sua portata? La classifica a punti Nizzolo l’ha già vinta due volte consecutive, nel 2015 e nel 2016, quando la maglia era ancora rossa.

«Secondo me ha le caratteristiche ideali per provare a primeggiare nella classifica a punti perché è veloce e resistente. Tuttavia, l’obiettivo principale saranno le vittorie di tappa. Se tutto andrà per il verso giusto, la ciclamino sarà un’inevitabile conseguenza».

Chi avete individuato come avversari pericolosi?

«Anche senza Merlier e Viviani c’è l’imbarazzo della scelta: Démare, Cavendish, Gaviria, Bauhaus, Cort Nielsen, Girmay, Ewan finché non si ritirerà come ha già annunciato. E poi Van der Poel, secondo me il favorito principale per la maglia ciclamino: può piazzarsi nelle volate di gruppo, conquistare le frazioni vallonate e permettersi di andare in fuga perché disinteressato alla classifica generale».

Siete soddisfatti del percorso? Non sembra un Giro particolarmente agevole per i velocisti.

«Senz’altro ci sono diverse tappe impegnative nelle quali l’importante sarà gestirsi e arrivare al traguardo entro il tempo massimo, ma io credo invece che di chance ce ne siano parecchie per gli sprinter. Nizzolo e tanti altri, a differenza dei velocisti vent’anni fa, sorpassano meglio le salite brevi, quindi non ci sarà la volata soltanto nelle frazioni piatte». 

Temete le fughe, Cozzi? Nelle ultime stagioni ne arrivano sempre di più.

«E’ uno dei tanti rischi, certo, ma ci sono talmente tante squadre attrezzate per lo sprint che gli attaccanti, almeno in certe giornate, avranno vita quasi impossibile per farcela».

Quale ruolo avrà, invece, Alessandro De Marchi?

«Nelle tappe adatte a Nizzolo lavorerà per lui, mentre nelle altre avrà carta bianca per entrare nelle fughe. Niente di nuovo, insomma. Però dovremo avere la pazienza di aspettarlo, visto che la primavera travagliata che ha avuto: ritirato nella prima tappa tanto al Catalunya quanto al Tour of the Alps, fuori tempo massimo nell’ultima dei Paesi Baschi. Non possiamo chiedergli troppo».

Adesso come sta?

«Molto meglio, lo sento spesso e ogni volta lo trovo sempre più motivato e preparato. Per lui il Giro è una corsa speciale: lo scorso anno ha indossato la maglia rosa, quest’anno nel corso della terz’ultima tappa, quella che si concluderà al Santuario di Castelmonte, si transiterà anche da Buja, il suo paese. Insomma, gli stimoli non mancano. Servono soltanto pazienza e magari un po’ di fortuna».