Van Vleuten sul ciclismo femminile: «Il salario minimo alle ragazze alza il livello generale del gruppo. Il Giro Donne? Ora sente la pressione del Tour»

Van Vleuten
Annemiek Van Vleuten sul podio della Liegi-Bastogne-Liegi 2022 (foto: A.S.O./Romain Laurent)
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Anno dopo anno il ciclismo femminile fa passi da gigante. Nascono sempre più corse e il World Tour si allarga inserendo squadra dall’importante valore tecnico. Non possono mancare nemmeno gli adeguamenti riguardo ai premi in denaro riservati per le vincitrici (e le atlete piazzate) delle diverse gare. Proprio su questo punto è intervenuta l’esperta Annemiek Van Vleuten.

Per l’olandese della Movistar non è infatti importante alzare la posta in palio nelle diverse gare, bensì fissare un minimo salariale. Sono infatti molto poche le squadre che riescono a sostenere le ragazze con uno stipendio di un certo livello, troppe poche secondo la Van Vleuten.

«I premi in denaro non aumentano il livello del gruppo – spiega Van Vleuten – mentre lo stipendio minimo per tutte le atlete World Tour sì. Così facendo ci si può dedicare a tempo pieno al ciclismo, permettendo alle atlete di allenarsi e migliorare. Il Tour de France femminile ha suscitato molto interesse, e diversi sponsor sono pronti a entrare nel nostro mondo».

«Adesso le corse sono più dinamiche e movimentate. Le squadre puntano a vincere e non sono solo le classiche due o tre. Prendiamo per esempio la FDJ, che con Marta Cavalli è diventata una delle formazioni più forti. Questo è un passo importante perché ognuna sogna in grande.

«Due parole anche sul Giro d’Italia Donne. Sono felice che la corsa abbia annunciato il tracciato in anticipo, ora sentono la pressione. Devono trasmettere la loro gara in tv e non possono più rilassarsi pensando di essere la gara migliore».