Procede a gonfie vele il recupero di Bernal. Lui è fiducioso: «Aspettatemi, tornerò presto a correre». Intanto lancia un progetto per i giovani

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Egan Bernal in una foto d'archivio al Giro d'Italia 2021
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Egan Bernal sta sempre meglio e il suo ritorno in gruppo non appare troppo lontano. Il colombiano ha avuto modo di parlare del suo percorso di guarigione attraverso alcuni video intitolati “Egan Bernal. Il giorno più bella della mia vita“, descrivendo passo dopo passo la lenta riabilitazione.

Fondamentale per il 25enne della Ineos-Grenadiers l’evento “Ride with Egan” promosso dalla piattaforma Zwift, che gli ha permesso di risalire in sella alla sua Pinarello per pedalare virtualmente con i suoi tanti tifosi. È stata quella giornata ad aiutarlo a riscoprire il suo desiderio di ritornare presto alle corse professionistiche, sentendosi nuovamente un vero ciclista.

«L’evento è stato davvero speciale, perché per la prima volta ho corso con i miei tifosi, con le persone che mi seguono e mi supportano in queste difficili settimane. In un certo senso mi ha fatto sentire davvero importante rivestire nuovamente la maglia della Ineos-Grenadiers. C’è un altro Egan in arrivo: aspettatemi, perché tornerò presto a correre».

Intanto Bernal si sta prodigando per la realizzazione di un progetto davvero interessante che riguarda i giovani colombiani. L’idea di realizzare una squadra con 18 tesserati tra allievi, juniores e Under 23 risale a diverso tempo fa, ma si è completata mentre era ricoverato in terapia intensiva. Voleva mettere a disposizione la propria esperienza e il proprio talento dei connazionali più giovani che grazie a lui adesso possono sognare la maglia gialla al Tour de France. Per riuscire a lanciare i più piccoli, Egan affiderà il suo “EB Project” al vecchio allenatore Jhon Sergio Avellaneda.

«Amo la Colombia – ha detto Bernal – Darei la mia vita per questo paese, ma dobbiamo crescere ancora molto. Quale migliore strumento dello sport? L’idea è quella di un progetto che duri nel tempo, non solo un anno, ma due o tre. Questo è per i bambini e i ragazzi che come me avevano un sogno. Perché in futuro possiamo contribuire a cambiare l’immagine del Paese».