Longo Borghini divina, di forza e di cuore. È l’inizio di una nuova era per il ciclismo femminile: l’Italia domina

L'abbraccio di Elisa Longo Borghini con le compagne di squadra della Trek-Segafredo al velodromo di Roubaix (foto: A.S.O./Pauline Ballet)
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Pam, pam, pam! Tre colpetti sul casco, le braccia al cielo, lacrime, emozioni e brividi. Elisa Longo Borghini ha sfidato l’ignoto. Lo ha domato, lo ha dominato. Può capitare anche di iscriversi a Oxford e di non sentirsi tra le studentesse più brillanti del corso, ma se sei una grande campionessa nessun esame può spaventarti. Dove pensi di non poter arrivare, provvedono le energie mentali a far girare le gambe e a farti volare verso traguardi meravigliosi, nell’El Dorado del ciclismo mondiale.

La Parigi-Roubaix femminile appena alla seconda edizione è già entrata nel cuore dei tifosi, soprattutto quelli italiani: un inizio di stagione da sogno per le splendide donne delle due ruote. Ferocia, fame e coraggio per cinque vittorie nelle ultime sei gare di WorldTour: tre con Elisa Balsamo (Trofeo Binda, De Panne e Gand-Wevelgem), una con Marta Cavalli (Amstel) e, ieri con la Regina, la nostra campionessa d’Italia, il simbolo del ciclismo italiano da un decennio. Dalla Top Girls Fassa Bortolo alla trentesima vittoria da professionista. Simbolo di uno sport che continua a regalarci soddisfazioni e che può segnare un’epoca d’oro per il nostro Paese.

Longo Borghini, simbolo dell’El Dorado del ciclismo femminile italiano: la nuova Olanda siamo noi!

Dopo il Giro delle Fiandre del 2015 e la Strade Bianche del 2017, a 30 anni Elisa Longo Borghini ha conquistato la trentesima vittoria della carriera nella Regina delle classiche. Un palmarés da memorabilia: due bronzi olimpici a Rio de Janeiro nel 2016 e a Tokyo lo scorso anno. A questi vanno aggiunti i tre bronzi mondiali. Ieri un assolo perfetto, realizzato anche grazie all’orchestra perfetta della Trek-Segafredo: «Tutto questo è fantastico. Un risultato straordinario che voglio condividere con la mia famiglia, con il mio fidanzato Jacopo Mosca”. Una vigilia complicata per l’azzurra che ha dovuto fare i conti con una brutta sinusite. “Un grazie particolare va alla mia squadra, la Trek Segafredo. Non è stato un periodo facile quello che mi ha avvicinato a questa corsa. Ho preso antibiotici e alla vigilia avevo comunicato alla squadra che non me la sentivo di venire alla Roubaix, non volevo fare la comparsa. La squadra invece ha insistito perché io fossi presente. ‘Tu vieni perché puoi vincere’ mi hanno detto. E così è stato. È fantastico». Fantastico, pam, pam, pam! In attesa di altri colpi colorati d’azzurro. The show must go on!