Mattia Pinazzi: «Strada e pista ad alti livelli? Si può, ce lo insegna Viviani. Alla Vicenza-Bionde un ottimo punto di partenza»

Pinazzi
Mattia Pinazzi esulta sul traguardo della Vicenza-Bionde 2022 (foto: Photors.it)
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Deciso, sicuro e focalizzato su i suoi obiettivi. Mattia Pinazzi, classe 2001 di Colorno, non è un ragazzo di tante parole, preferisce far parlare la sua bicicletta, quella con la quale si sta togliendo diverse soddisfazioni tra strada e pista. L’ultima in ordine di tempo la Vicenza-Bionde della scorsa domenica, importante prova del Prestigio Bicisport aperta ai velocisti.

Mattia, che volata è stata?

«Una volata impegnativa, perché l’ho lanciata da molto dietro. Per passare primo sul traguardo di Bionde ho dovuto rimontare non poche posizioni e tenere duro. È stata una grande soddisfazione perché non me l’aspettavo».

Però quest’anno sei partito forte. Avevi vinto a Misano e ottenuto altre due top-ten…

«C’erano bei nomi alla Vicenza-Bionde. Da Persico a Portello, tanto per fare due nomi, con squadre attrezzate per la volata finale. Non mi sentivo battuto, ma per questo la vittoria è ancora più bella. Rispetto allo scorso anno sono partito più forte, ma nel 2021 ho sofferto diversi problemi fisici, una tendinite mi ha dato fastidio per tutta la stagione».

Nonostante ciò, soprattutto in pista, hai ottenuto risultati importanti, non trovi?

«Sì, il campionato italiano nello scratch, il bronzo europeo nella corsa a punti Under 23 e due successi su strada. La pista è il mio primo amore, anche perché mi ha permesso fin da subito di fare delle belle esperienze internazionali. Mi trovo meglio nelle specialità endurance, dallo scratch al quartetto, passando per l’americana. Queste ultime due sono discipline olimpiche, il mio sogno nel cassetto».

Con la Arvedi la doppia attività è più semplice?

«Sicuramente la squadra è proiettata più alla pista che alla strada. Tuttavia veniamo invitati a corse importanti dove con corridori veloci e bravi a smarcarsi nei finali possiamo essere spesso protagonisti. È un ambiente tranquillo dove i ragazzi possono crescere con calma e seguire entrambe le discipline con cura».

Il podio della Vicenza-Bionde 2022 vinta da Mattia Pinazzi (Arvedi) © Photors.it

Ma al ciclismo come ci sei arrivato?

«Inizialmente giocavo a rugby, che se vogliamo dirla tutta è uno sport totalmente opposto al ciclismo. Mi ha avvicinato alla bicicletta mio nonno, grande appassionato, e da lì è stato amore a prima vista. Non sono più sceso di sella e ho abbandonato i campi da gioco, iniziando a seguire anche in tv le corse».

Chi è allora il tuo idolo?

«Da stradista e pistard ti direi Viviani. Mi piacerebbe seguire un po’ le sue orme, quindi vincere in entrambe le discipline ed essere competitivo per molti anni. Quello che ha fatto Elia per la pista è impareggiabile. Ha riavvicinato gli italiani ai velodromi e insegnato ai ragazzi più giovani che la doppia attività ad alti livelli è possibile».

E c’è una corsa che sogni di vincere?

«Sinceramente? Nessuna. Non mi interessa quale corsa vincere, l’unica cosa che voglio è alzare le braccia al cielo quante più volte possibile. Dove non è importante».