McNulty nel club dei vincenti: l’UAE e l’attack-mode nel Dna

Brandon McNulty in mixed-zone per le interviste post-vittoria alla Parigi-Nizza (A.S.O./Alex Broadway)
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10 corridori in fuga. 38 chilometri al traguardo. Si scala l’ultima ascesa di giornata, il Col de la Mure. Ce n’è uno in maglia UAE Emirates che sta sornione in fondo al gruppetto. Pedala con grande facilità e sembra aspettare il momento giusto per dire la sua.
E così accade. Brandon McNulty si alza sui pedali e sferra un attacco secco, che si rivelerà presto quello decisivo. Nessuno lo segue, chi per coraggio chi per energie. Vola via in solitaria fino al traguardo, dove arriva trionfante con quasi due minuti di vantaggio sul secondo classificato.
E pensare che nella mattinata, prima della partenza, stava meditando il ritiro, a causa delle cadute nelle quali è rimasto coinvolto nelle scorse giornate.

Per McNulty è il primo successo in carriera nel World Tour e la terza vittoria in questa stagione, nonché la quarta da professionista.
Infatti lo statunitense prima dei successi di quest’inizio del 2022 aveva alzato solo una volta le braccia al cielo: nel 2019 al primo anno da pro’ al Giro di Sicilia nella quarta tappa. Vinse poi anche la classifica generale della corsa in terra sicula.
Un ottimo debutto in massima categoria, che folgorò la UAE Emirates (contratto quinquennale) e sollevò di conseguenza un carico di aspettative sulle spalle di Brandon.
Carico che si rivelò presto troppo pesante. McNulty aveva bisogno di tempo per maturare, imparare a prendere al meglio le misure con se stesso e gli avversari.
Seguirono quindi due stagioni vuote di vittorie, ma ricche di piazzamenti importanti e quaderni pieni di appunti presi osservando in casa propria le gesta del migliore: Tadej Pogačar.

McNulty è entrato nel 2022 da osservato speciale, consapevole di avere tutte le carte in regola per fare il salto di qualità tanto atteso.
Avere gli occhi del grande ciclismo puntati addosso si è trasformato presto da causa di pressioni e incertezze varie, a punto di forza per il corridore statunitense.
La fiducia, mai mancata, da parte della squadra e una serenità ritrovata gli ha permesso di esprimersi subito al meglio in corsa. Così ad inizio Marzo può già vantare tre vittorie: Trofeo Calvia, Faun-Ardèche Classic e quinta tappa della Parigi-Nizza. Ma oltre i numeri è interessante notare come McNulty abbia ottenuto i tre successi allo stesso modo, e che modo! Attacco solitario a tanti chilometri dal traguardo. Al Trofeo Calvia ne mancavano addirittura 60 quando ha fatto il vuoto.
In più si aggiunge una Volta ao Algarve corsa da protagonista, finendo in quattro tappe su cinque tra i primi dieci e secondo nella classifica generale, dietro solo ad un mostruoso Remco Evenepoel.

L’obiettivo di McNulty sono i Grandi Giri e ha infatti in programma il Tour de France e La Vuelta. Nella Grande Boucle lavorerà sicuramente per Pogačar, ma potrà comunque godere di alcune giornate di libertà nelle quali provare a sferrare il colpo giusto. Sulle strade spagnole, invece, potrebbe essere proprio lui il leader per la generale.
Non sono al momento previste nel suo calendario le Classiche, ma visto lo stato di forma e come sono arrivate le sue vittorie, potremmo facilmente ritrovarlo al via di una delle corse della Campagna del Nord. Brandon McNulty è pronto a stupire!