Jakobsen dalla battaglia di Kuurne, alla guerra tra Russia e Ucraina: «Situazione tremenda, prego per loro. Ragazzi come me non devono lottare per la vita»

Fabio Jakobsen all'arrivo della Kuurne-Bruxelles-Kuurne (foto: Quick Step Alphavinyl/Bas Czerwinski/Getty Images)
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Seguite il ciclismo, quindi parlate di ciclismo e basta!“. Ehm no, signori e signore. Perché lontano da qualunque tipo di retorica spicciola, facciamo parte di questo mondo e non abitiamo su Marte. Ce lo ricordano anche oggi i campioni del nostro sport: ad alzare la voce sulla guerra in Ucraina è Fabio Jakobsen dopo la splendida vittoria alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. In Occidente, in Europa e sul fronte orientale dell’Ucraina e delle repubbliche separatiste del Donbass Donetsk e Luhansk le piccole nazioni del nostro tempo si scontrano con la Russia. E il velocista olandese della Quick Step Alpha Vinyl, da vero “wolpack” tira fuori tutta la sua grinta contro il conflitto messo in atto da Putin. Su quibicisport.

Fabio Jakobsen contro la guerra in Ucraina: «Speriamo che la situazione non peggiori»

Nella conferenza stampa post-vittoria alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il dominatore sul pianeta sprint di questo inizio di stagione, ha riservato un pensiero alla Guerra tra Russia e Ucraina: «La situazione è tremenda. La mia mente e le mie preghiere sono tutte rivolte alle persone che vivono in Ucraina e nell’est dell’Europa. Speriamo che non si intensifichi ulteriormente e che ci sia pace laggiù perché per noi è bello essere qui e goderci di nuovo le corse in bicicletta».

Una riflessione estesa anche e soprattutto ai suoi giovani coetanei: «Qui ci sono ragazzi di 25 anni che combattono e lottano su una bici per una vittoria e lì, gli stessi ragazzi di 25 anni come me, sono costretti a combattere per la libertà e la loro vita. Non è un bel momento laggiù e qui ci godiamo questo, ma la mia mente è lì in Ucraina».