Gazprom Rusvelo, tempesta di insulti e squadra attaccata su Twitter: «Criminali di guerra, devono bruciare le vostre divise»

Vacek e Strakhov all'arrivo della sesta e vittoriosa tappa dell'UAE Tour (foto: Lapresse)
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Negli anni della Guerra fredda, lo sport fu usato come uno strumento di politica estera e più di qualcuno lo definiva come “una guerra senza gli spari”, combattuta a colpi di trionfi, medaglie e successi. Può una vittoria trasformarsi in un boomerang, in vortice di insulti dal quale è praticamente impossibile uscire, creare un filtro e difendersi? A quanto pare sì. Provate a chiedere a Mathias Vacek, Dmitry Strakohv e Pavel Kochetkov della Gazprom-Rusvelo: sulla squadra russa si è abbattuto uno “shitstorm” con tutti i crismi del caso, con attacchi verbali su Twitter e non solo: “Criminali di guerra, devono bruciare le vostre divise”, “L’Uci deve cacciarli”, e molte altre accuse pesanti nei confronti di giovani ragazzi e di una squadra che sta semplicemente facendo il proprio lavoro (bene) e vincendo. Approfondiamo la questione su quibicisport.

Gazprom Rusvelo, dalla vittoria agli insulti su Twitter: «La squadra va cacciata dall’UCI»

Di seguito una selezione dei commenti al video della vittoria della Gazprom Rusvelo nella settima tappa dell’UAE Tour, letteralmente dominata con Mathias Vacek (primo), Dmitry Strakhov (secondo) e Pavel Kochetkov (terzo).

Commenti dagli utenti di differenti nazionalità sotto il tweet della squadra Professional russa, sponsorizzata da Gazprom, colosso energetico controllato dallo Stato con sede nel grattacielo Lachta-centr di San Pietroburgo, già rimosso come sponsor dalle maglie dello Schalke 04 (serie B tedesca) e in discussione come partner della UEFA Champions League che ha cambiato, a tal proposito, la sede della prossima finale di Champions spostandola a Parigi. “Vergogna, spero non vi facciano più gareggiare”, tra le tante si legge anche una reazione in italiano. Vedremo i prossimi sviluppi della vicenda, con i giovani corridori della Gazprom Rusvelo che, anche oggi, continueranno a correre dando il proprio massimo sulle strade dell’UAE Tour, consapevoli di una guerra che in fondo ci riguarda tutti. E per i quali, una scritta sulla divisa, non dovrebbe essere una colpa.