La UAE colpita dai numeri di Ayuso, parla Baldato: «Ha il potenziale per essere un nuovo Pogacar, ma vogliamo farlo crescere con calma»

Ayuso
Juan Ayuso in azione con la maglia della UAE Team Emirates alla Clasica San Sebastian
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Parlando con Fabio Baldato, direttore sportivo della UAE Team Emirates al Tour of Oman, ne abbiamo approfittato per approfondire il discorso su Juan Ayuso. Qualche settimana fa avevamo commentato i suoi numeri in allenamento, paragonandoli con quelli di Tadej Pogacar. I due si sono allenati insieme in Spagna per il pre-stagione e i risultati sono incredibili.

Non solo la UAE che lo ha voluto fortemente strappandolo alla concorrenza sotto la spinta di Joxean Matxin, ma anche Michele Bartoli ne è rimasto colpito, tanto che il suo nome è comparso tra le pagine di Bicisport di febbraio parlando dei corridori da attenzionare durante la stagione. Sentite cosa ci ha detto Baldato…

Fabio, che impressione ti ha fatto Ayuso?

«Con lui avevamo già corso nella seconda metà dello scorso anno e subito siamo rimasti colpiti da quello che era riuscito a fare. Alla San Sebastian ha corso con personalità ed è stato tra i migliori dei nostri insieme a Covi. Ho subito capito che il ragazzo ha del grande potenziale…»

E il suo inverno com’è stato?

«Si è allenato duramente perché vuole partire bene con il 2022. In Spagna è stato spesso al fianco di Pogacar, lo ha studiato da vicino. Quello che hanno fatto sul Coll de Rates ha sorpreso anche noi: ci siamo detti che per essere in questa fase della stagione vanno già davvero forte».

Ha debuttato alla Valenciana, come è andato?

«Direi assolutamente bene, non è andato lì per fare il capitano, considerando che avevamo Soler per la classifica generale e Trentin per le tappe. Eppure era sempre davanti, non si è mai fatto sorprendere e in salita è rimasto con i migliori. Cosa chiedergli di più?»

Ha preso il Covid, come cambia il suo programma?

«Avrebbe dovuto correre a Murcia e ora alla Ruta del Sol, poi insieme a Ulissi ha preso il Covid. Se si negativizza l’idea è quella di farlo tornare alla Faun-Ardèche e la Drone Classic in Francia. Poi un secondo ritiro che lo porterà fino alla Vuelta Catalunya, prima corsa World Tour della sua stagione».

Correrà un grande Giro già quest’anno?

«Non lo sappiamo ancora. Ayuso è giovanissimo e caricarlo già di così tanti giorni di corsa potrebbe essere un male. In caso potrebbe fare la Vuelta di Spagna, corsa di casa e con meno pressioni rispetto al Giro o al Tour, ma molto dipenderà dall’andamento della stagione».

Come pensate di gestire un corridore così?

«Non sarà semplice, lo ammetto. Lui è davvero forte e giustamente scalpita. Dobbiamo essere bravi a gestirlo con cura, a farlo crescere con calma senza bruciare le tappe ma neppure tenendolo troppo lontano dalle corse che contano. È un cavallo di razza e merita di fare le sue esperienze. Sicuramente un contratto così lungo gioca dalla sua parte, gli permette di non avere ulteriori pressioni».