Bernal si racconta per la prima volta dopo l’incidente: «Avevo la testa bassa, non ho visto il bus. In tutta la mia vita non ho mai provato tanto dolore»

Bernal
Egan Bernal all'ospedale dove era stato ricoverato dopo l'incidente
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Per la prima volta dal suo terribile incidente, Egan Bernal apre le porte ai giornalisti. Più precisamente al settimanale colombiano La Semana, lo scalatore della Ineos-Grenadiers ha avuto modo di raccontare la dinamica dello scontro con l’autobus e le difficoltà nelle settimane successive nel reparto di terapia intensiva.

«Mi stavo allenando con la squadra e io avevo la bici da cronometro. Dopo un po’ alcuni miei compagni si sono fermati, mentre io ho deciso di proseguire con una macchina che mi scortava. Come sapete la bici da crono richiede una posizione particolare, avevo la testa bassa e le braccia ravvicinate. Ho guardato avanti e non c’era nulla: viaggiavo con una media di 58 km/h. Così ho accelerato un po’, ho guardato il computerino e poi c’è stato l’impatto con il bus.

«Una volta per terra non riuscivo a respirare. Mi sentivo svenire. Il meccanico ha chiamato subito il medico della squadra che mi ha letteralmente salvato la vita. Ricordo abbastanza bene quello che è successo dopo l’incidente. Il femore era rotto e sembrava volesse uscire dalla pelle. Ho perso due litri e mezzo di sangue in quindici minuti che ero rimasto sulla strada. C’era gente che filmava e i miei compagni che provavano ad impedirlo. Non ho mai sentito tanto dolore in vita mia».

Uno dei primi pensieri di Bernal dopo l’operazione era chiaramente quello sulla sua carriera da professionista. L’incidente è stato atroce e le conseguenze anche peggiori. Ci si chiede se il colombiano potrà tornare quello di un tempo…

«Il neurochirurgo è stato chiaro. Mi ha detto. “Con un incidente così potevi morire o avere il 95% di possibilità di rimanere paraplegico“. Poi ha spiegato che aveva operato centinaia di ferite di tale grandezza a livello della colonna vertebrale e solo due erano uscite bene, tra cui la mia».

Sui rischi di pedalare in strada Bernal ha poi spiegato. «Io ho sbagliato, ma non posso smettere di allenarmi su strada. L’obiettivo è di ritornare presto ad alti livelli. Credo di potercela fare, anche se i medici si arrabbiano quando lo dico. Poi ho la sensazione che se non andassi più in bici, non saprei cosa fare. Prima dell’incidente stavo bene, avevo risolto i problemi alla mia schiena ed ero anche in anticipo sulla preparazione».