Le cicliste in fuga dall’Afghanistan accolte dalla Valcar. Valentino Villa: «Una catena di solidarietà per realizzare i loro sogni»

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La Valcar-Travel&Service alla Tre Valli Varesine (credits: F.Ossola)
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Una bella notizia che renderà felici non solo agli appassionati di ciclismo, ma tutte le persone che hanno a cuore la vita e la sicurezza delle donne afgane. La Valcar-Travel&Service, realtà di punta del movimento femminile, attraverso la mediazione di Alessandra Cappellotto, ha accettato di aiutare cinque cicliste rifugiate offrendo bici, ricambi, allenatori e scorta in allenamento.

Come spiega il Corriere della Sera, lo Stato provvederà a mettere la casa, un piccolo sussidio mensile, la scuola e l’assistenza sanitaria. Si tratta di Nasrin, Fardina, Fatema, Shamila e Sabreya, prese di mira dai talebani per la sola motivazione di vestire sui social e sui giornali la maglia della nazionale di ciclismo.

«Per loro una donna che gioca a calcio o pedala è il simbolo intollerabile di una libertà contagiosa. – ha spiegato Nasrin a Marco Bonarrigo – Se prima i fanatici mi prendevano a schiaffi o sassate, a quel punto non avrebbero esitato ad uccidermi com’è successo a Mahjabin Hakimi, la pallavolista decapitata per strada. La sua colpa? Era bravissima e per questo molto popolare su Twitter».

Ma potremmo riportare la storia di Shamila, i cui talebani hanno sbarrato la strada verso l’aeroporto costringendola a proseguire a piedi, strisciando contro i muri. Storie difficili di cinque ragazze che sono arrivate in Italia con il sogno di diventare cicliste di alto livello e di rappresentare il loro Paese nelle più importanti manifestazioni internazionali.

«Per esperienza so quanto la bici possa aiutare una ragazza in difficoltà, italiana o afgana. Non potevo non esserci». Così Valentino Villa, patron della Valcar, ha spiegato il suo aiuto concreto. Villa è stato solo l’ultimo di una catena di solidarietà partita dallo Stato italiano e proseguita poi attraverso l’ex presidente della Federciclismo Renato di Rocco e Alessandra Cappellotto.