Mareczko riparte dalla Alpecin: «Voglio dimenticare tre anni difficili. Correre con Van der Poel? Uno stimolo»

Mareczko
Jakub Mareczko in maglia Vini Zabù (foto: ViniZabù)
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Con la chiusura definitiva della Vini Zabù, tutti i corridori e i membri dello staff si sono dovuti attivare per trovare una sistemazione per la nuova stagione. Alla porta di Jakub Mareczko è venuta a bussare l’Alpecin-Fenix, la squadra di Van der Poel e Merlier che il prossimo anno avrà in rosa ben tre azzurri. L’italo-polacco infatti va a unirsi al già presente Kristian Sbaragli e alla new-entry Stefano Oldani.

Il velocista ha faticato in questi ultimi anni, non riuscendo in nessun momento a tornare ai livelli del passato. «Il 2019 è stato l’anno peggiore della mia carriera – ci spiega Mareczko – e la pandemia non ha fatto altro che aggravare la situazione». Nonostante ciò la formazione belga ha visto in Jakub un uomo importante per le volate di gruppo.

Jakub, come è arrivata la proposta della Alpecin?

«C’erano diverse proposte, ma nessuna era davvero concreta e stimolante come quella della Alpecin. Loro mi hanno cercato per avere un altro uomo per le volate e io non ci ho pensato due volte. Quando è venuta a mancare la licenza per la Vini Zabù ho messo la firma definitiva».

Quando avete saputo che la Vini Zabù non avrebbe continuato?

«L’abbiamo saputo insieme a voi. Scinto e Citracca hanno lottato a lungo, ma solo quando sono uscite le licenze dell’Uci abbiamo capito che era tutto finito. Un peccato, un’altra squadra italiana che chiude…»

Per te però sono stati anni difficili…

«Molto difficili. Una squadra come la Alpecin non ti chiama tutti gli anni, dovevo cogliere l’occasione. L’obiettivo è quello di guardare a questi due/tre anni come un lontano ricordo. Voglio partire subito forte per dimostrare a tecnici e dirigenti che hanno fatto bene a puntare su di me».

Qual è stata la prima impressione che hai avuto nel training camp?

«Che di Professional hanno solamente la licenza, tutto il resto è da WorldTour da primo livello. Parlo di staff, obiettivi, equipaggiamento, mentalità. Cose che mi hanno impressionato in positivo fin da subito. L’ambiente è sereno, c’è un bel clima e mi hanno accolto tutti molto bene. Ora non resta che iniziare…»

E dove inizierai?

«Questo ancora non saprei dirlo. Abbiamo parlato nei primi giorni di ritiro e ci hanno chiesto quale programma ci sarebbe piaciuto seguire. Nei prossimi giorni decideremo».

In squadra avrai Philipsen e Merlier. Come vi dividerete?

«L’idea è quella di fare un grande Giro ciascuno per non pestarci i piedi e avere ognuno le proprie chance. Poi capiterà anche il giorno in cui correremo tutti insieme e lì, in base alla condizione, ci muoveremo di conseguenza. Non mi spaventa comunque mettermi al servizio di altri corridori».

E poi c’è Van der Poel…

«Mi piacerebbe molto correre con lui. Ho avuto modo di conoscerlo durante il primo training camp a Benicassim e mi ha fatto davvero una bella impressione. È un ragazzo simpatico, alla mano, che non si fa problemi a venirti a parlare per scambiare due parole. Insieme faremo grandi cose».