Ciccone guarda al 2022: «Giro e Tour nei miei programmi. Voglio tornare ai livelli di due anni fa»

Ciccone Ciclomercato
Giulio Ciccone al traguardo di Roccaraso al Giro d'Italia 2020.
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«Voglio tornare ai livelli del 2019». Ci gira poco attorno Giulio Ciccone nella tradizionale conferenza stampa invernale dal ritiro spagnolo della Trek-Segafredo. L’abruzzese è reduce da due stagioni piuttosto difficili, problemi fisici e cadute lo hanno fermato proprio mentre stava spiccando il volo, ma ora è il momento di mettere un punto e ripartire.

Anche sui programmi della nuova stagione Ciccone appare deciso. Il calendario fino al mese di luglio è stato buttato giù e ricalcherà bene o male proprio quello di due stagioni fa, quando vinse una splendida tappa alla corsa rosa e indossò per due giorni la maglia gialla al Tour de France.

«Inizierò alla Valenciana, poi mi dirigerò verso la Tirreno-Adriatico e le classiche delle Ardenne. Mi piacerebbe fare bene alla Freccia e alla Liegi per presentarmi alla partenza del Giro d’Italia già in buona condizione e con delle sensazioni positive nelle gambe. Dopo le tre settimane di corsa non ci sarà molto spazio per fermarsi perché sarò al via anche del Tour de France».

Se correrà da capitano per la classifica generale oppure andrà a caccia delle vittorie di tappa non è ancora dato saperlo. Al momento Ciccone si limita a spiegare il suo programma. «Vedremo strada facendo con che ruolo andrò al Giro o al Tour. Certo il percorso della corsa rosa si adatta maggiormente alle mie caratteristiche, quindi sarebbe più semplice puntare a un podio o una top-5. Il tracciato mi piace molto e la tappa del Blockhaus, sulle mie strade, mi attira».

Il 2021 è stato certamente molto difficile, ma non per questo è tutto da buttare. Prima della caduta al Giro, Giulio se la stava giocando per le posizioni del podio con Caruso, Yates e gli altri, dimostrando in alcune tappe di poter reggere anche il ritmo di Bernal. «A livello di numeri e dati è stata la stagione migliore della mia carriera. Ovviamente sono mancati i risultati, quelli che contano davvero. Da questa stagione mi porto comunque dietro la consapevolezza di poter lottare con i vari big della generale. Pogacar, Roglic e lo stesso Bernal hanno qualcosa in più rispetto agli altri. Ma è anche vero che loro non saranno al Giro d’Italia…»

Infine una domanda sulla situazione dell’Italia in ottica grandi Giri. Con Nibali che si avvia sempre di più verso la fine della sua carriera, tutte le speranze di podio sono riposte su Ciccone. L’abruzzese teme questa eredità? Dalle sue risposte sembra proprio di no. «No, non sento la pressione. Il livello si è alzato tantissimo, dunque sarà sempre più difficile trovare qualcuno in grado di vincere una grande corsa a tappe. Io non voglio aggiungere ulteriori pressioni. Sono realista, so quanto valgo e quello che posso dare».