Ciclocross Val di Sole / Una festa che odora di salsiccia e una neve che sembra sabbia

Lo scenario incantevole e fiabesco di Vermiglio, location della Coppa del Mondo di ciclocross in Val di Sole
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A non più di trenta metri dai mezzi della Ineos e della Jumbo-Visma, gli uni accanto agli altri e leggermente distanziati da tutti gli altri, un chiosco che vende dei semplici panini alla salsiccia viene preso d’assalto. I meccanici delle due squadre scherzano coi loro atleti: più scanzonato Tom Pidcock, più seria Marianne Vos. Ciclocross significa odore di salsiccia e patatine fritte nell’aria, retaggio belga o olandese; significa birra, che da queste parti viene tuttavia facilmente sostituita dalla grappa, significa corridori di formazioni diverse che si appoggiano gli uni agli altri, sia per quanto riguarda i meccanici che i mezzi. Ecco l’atmosfera al Ciclocross Val di Sole.

Ciclocross Val di Sole, un’atmosfera unica tra il bianco della neve e la forza dei campioni

C’è un’atmosfera stranamente spartana, confusa, mescolata, colorata. Il colore che predomina è il bianco della neve che nei giorni scorsi è caduta copiosamente in Val di Sole. Per molti atleti è una piacevole novità, quelli che ci hanno già pedalato almeno una volta puntualizzano che così alta non l’avevano mai trovata. Sono tanti i corridori che per spiegarsi coi propri meccanici paragonano questa neve alla sabbia: più compatta e fredda, va da sé, ma pur sempre molto simile alla sabbia.

Le prove durano due ore, dalle 14 alle 16. Cominciano quando il sole scompare dietro le cime più alte, lasciando Vermiglio e la vallata in un’ombra gelata (all’ora di pranzo si superava a malapena lo zero, figurarsi più tardi). Il percorso è lungo due chilometri e mezzo ed è duro, tecnicamente e altimetricamente. Si provano pressioni diverse, si cambiano gli pneumatici, si tentano traiettorie diverse. Il divertimento di oggi, sussurrano con un sorriso cinico i più esperti, sarà il nervosismo di domani.

Marianne Vos gira intensamente, poi intorno alle 15 si ritiene soddisfatta ed esce dal percorso. Tom Pidcock crea un capannello di amici, collaboratori e giornalisti ogni volta che si ferma al proprio box. Si ricorda che Wout Van Aert non è ancora arrivato perché oggi correva in Belgio all’Ethias Cross. Chiede al suo entourage se ha vinto, gli rispondono di sì, lui fa una smorfia indecifrabile e riparte. Domani sarà battaglia. L’incantevole scenario, apparentemente inadatto ad un evento del genere, non fa che renderlo più affascinante.