Ballan commenta le parole di Sobrero su Bicisport di dicembre: «Nel suo futuro vedo le classiche vallonate e le brevi corse a tappe»

Sobrero
Matteo Sobrero in una foto d'archivio al Giro di Lombardia 2021
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In queste ultime due stagioni, tra i giovani italiani più promettenti, si è distinto Matteo Sobrero. Intervistato sul numero di dicembre di Bicisport, il piemontese non ha nascosto di voler provare a misurarsi con le corse a tappe di una settimana, sfruttando le sue capacità a cronometro e la buona resistenza nelle salite brevi. Un test per capire se un giorno potrà o meno sognare la classifica nei grandi Giri.

Lui al momento non vuole sbilanciarsi. «Intano punterò alle brevi corse a tappe con all’interno una o due prove contro il tempo. Quelle mi piacciono, è uno sforzo che mi si addice. Per quanto riguarda i grandi Giri, ci vorrà pazienza e dovrò fare chiarezza con me stesso».

I problemi dirigenziali all’interno dell‘Astana durante l’estate hanno spinto Sobrero tra le braccia della BikeExchange, che gli ha promesso un ruolo di primo piano. Sarà stata una scelta saggia, considerando anche la stima che Martinelli nutre nei suoi confronti? Ne parliamo con Alessandro Ballan su quibicisport.it.

Ballan, che ne pensi delle parole di Sobrero? Giusto misurarsi con le brevi corse a tappe?

«Direi proprio di sì. Già quest’anno in maglia Astana ha fatto vedere buone cose. Penso al Giro di Slovenia, dove ha chiuso terzo alle spalle di Pogacar e Ulissi resistendo anche in salita. Considerando le sue ottime qualità a cronometro in una Tirreno-Adriatico, senza un arrivo in salita troppo impegnativo, può dire tranquillamente la sua».

Crede molto meno ai grandi Giri…

«Sono abbastanza d’accordo con lui. È vero che è molto giovane, ma dovrebbe snaturarsi per resistere alle salite di un Giro o di un Tour. Lo vedo molto meglio alle classiche delle Ardenne invece…»

Perché lo dici?

«Da Under 23 ha vinto classiche importanti come il Palio del Recioto e altre corse vallonate. Ma anche tra i professionisti le migliori prestazioni le ha sfoderate sui percorsi mossi. In salita si difende, sul passo ha un gran ritmo e lo spunto veloce non gli manca».

Che ne pensi invece della scelta di passare alla BikeExchange?

«Difficile dirlo ora. La BikeExchange non è una delle squadre di vertice ed eccezion fatta per Simon Yates (e un po’ per Matthews) non ha grandi capitani per classiche e grandi Giri. Questo vuol dire che Sobrero potrebbe avere molto più spazio per mettersi in mostra. All’Astana, a mio avviso, ne avrebbe avuto molto meno».

L’Astana però sta ricreando un forte blocco italiano…

«I giovani hanno meno problemi in questo senso. Sanno l’inglese perché lo studiano a scuola e nella vita di tutti i giorni. Le barriere linguistiche non sono più un problema come quando correvo io. Blocco italiano o meno, Sobrero non sentirà tutta questa differenza».

Perde però Martinelli, suo grande stimatore…

«Quello potrebbe essere un aspetto negativo. So bene che “Martino” credeva molto nelle sue potenzialità e anche che avrebbe voluto tenerlo in squadra per molte stagioni insieme a Battistella. Io però rimanderei qualsiasi giudizio alla fine della prossima stagione».