AMARCORD/79 Simoni, un solo pensiero dopo l’anno più triste: la “vendetta” al Giro d’Italia

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Il 2002 stava per finire. Un anno che nella lunga carriera di Gilberto Simoni rappresentava un buco nero, arido dal punto di vista dei risultati e orribile sul piano umano. Durante un Giro d’Italia che stava provando a vincere, e nel quale aveva vinto già una tappa (sarebbe rimasto l’unico successo stagionale), era uscita la notizia della sua positività alla cocaina, rilevata prima della partenza del Giro del Trentino, alla fine di aprile.

Il corridore si era subito difeso chiamando in causa una visita dentistica; circostanza confermata dallo specialista, che dichiarava di aver praticato una «anestesia locale mediante carbocaina 2% con adrenalina». Il che non era servito ad arrestare il pubblico crucifige, e neanche a ridurre i malumori interni al gruppo, dove in molti reputavano sconveniente la permanenza in corsa del trentino.

Così, “Gibo” aveva dovuto mollare il Giro, mulinando pensieri amari. Di lì a poco sarebbe stato scagionato, con una motivazione diversa da quella odontoiatrica: le tracce minime di cocaina nelle sue urine venivano ricondotte all’ingestione di caramelle che una zia gli aveva portato dal Perù.

In maglia rosa uno show feroce: «Un anno fa furono i corridori a mandarmi via»

«Punto tutto sul Giro d’Italia», la dichiarazione del corridore riportata in copertina da Bicisport, nel dicembre 2002. In effetti, quel Giro lo avrebbe vinto, anzi stravinto, bissando il successo del 2001. Prese il comando dopo una decina di giorni e con la maglia rosa sulle spalle diede spettacolo, domando lo Zoncolan e l’Alpe di Pampeago.

Poi, pur avendo un vantaggio abissale sulla concorrenza (oltre 7 minuti), decise di mettere la bandiera anche sull’ultima salita, a Cascata del Toce, quasi per dispetto: «Non ho guardato in faccia nessuno – sibilò al traguardo – mi sono ricordato che un anno fa sono stati i corridori a mandarmi via dal Giro. Questa vittoria è per me e per nessun altro». Di farsi nuovi nemici si curava ben poco: «Magari adesso mi odieranno, comunque non è che prima mi amassero tanto…».