Battistella, speranza azzurra nel ciclismo dei grandi: «Nel 2022 studierò da campione con Nibali, non vedo l’ora. Sogno la Liegi»

Samuele Battistella in azione nella quarta tappa del Giro d'Italia 2021, da Piacenza a Sestola
Tempo di lettura: 3 minuti

Grande Samu, vai Samu!“. Dal tetto del mondo, alle strade di casa. Lavoro, sacrificio, mentalità da futuro cacciatore di Grandi Classiche. Samuele Battistella da Harrogate a Bassano del Grappa ha iniziato a costruire il suo identikit da corridore vero: deciso, autoritario, all’attacco, convinto. Domenica la prima vittoria tra i professionisti alla Veneto Classic ha ripagato la grinta di un ragazzo umile che non si arrende mai. Dalla NTT all’Astana e prima ancora alla Zalf, ha dimostrato tutto il suo valore e l’approdo al team kazako, per lui come anche per Matteo Sobrero, si è rivelato una grande opportunità. Sogna la Liegi e a quibicisport racconta di non vedere l’ora di correre al fianco di Vincenzo Nibali e di provare a giocarsela con i campioni nel 2022.

Prima vittoria tra i pro’ sulle strade del suo Veneto. Una giornata indimenticabile.

«Vincere è sempre difficile nel professionismo. Aver conquistato in casa la prima vittoria in carriera, è stato davvero fantastico. Ero davanti a tutti i familiari e gli amici, un’emozione unica».

Dal mondiale di Harrogate alla Veneto Classic. Sta trovando una dimensione precisa.

«Ho finalizzato il lavoro fatto nelle gare precedenti alla Veneto Classic, grazie anche al ruolo fondamentale di Alexey Lutsenko: oltre che un gran campione è un grande compagno di squadra».

Quest’anno si sono alternati momenti belli, come domenica, ad altri difficili: ha dimostrato di esserci fino a conquistare un risultato prestigioso.

«Una frase che veramente mi ha colpito è stata questa: “Nella vita di un corridore ci sono più giorni di m**** che giorni belli. Ho iniziato la stagione in maniera difficile, ma sapevo che se avessi tenuto duro tutti i sacrifici fatti durante l’intera annata, prima o poi sarebbero stati ripagati. Nel finale di stagione dopo il Giro d’Italia ho risolto tutti i problemi e dall’Arctic Race of Norway fino alla Veneto Classic, ho finito in crescendo. Sono arrivati tanti piazzamenti e una vittoria. La stagione 2021 la chiudo in maniera eccellente e sono molto contento di come è andata».

All’Astana che ambiente si respira?

«Mi sto trovando veramente molto bene. Il gruppo di lavoro, di preparatori e la nutrizionista mi seguono alla perfezione».

Il battesimo nell’Inferno del Nord è andato. In futuro Battistella si vede “cacciatore” di Classiche?

«Quest’anno ho partecipato, ma le sensazioni non erano ancora buone. Sicuramente le Ardenne come stile di corsa mi piacciono e penso che mi si addicano un po’. Ovviamente devo migliorare di condizione perché mi troverò contro i migliori al mondo: la Veneto Classic è un conto, ma alla Freccia, alla Liegi e all’Amstel il livello dei corridori si innalza totalmente e quindi devo arrivarci pronto di testa e di gambe».

Battistella, Bissegger e Pidcock, il podio di Harrogate. Dal 2022 giocarsela con il britannico della Ineos nelle gare di un giorno, può essere un obiettivo?

«Penso che noi italiani abbiamo bisogno di un po’ più di tempo. Non so se l’anno prossimo o nel 2023, ma come motivazione personale, il mio obiettivo è quello di arrivare tra i migliori. Non so quanto tempo ci vorrà, con calma e con costanza spero di arrivare a livelli alti. In un ciclismo come quello di oggi non è così scontato e matematico. Piano piano sono sicuro che potrò far bene».

Mazzoleni e Cucinotta hanno contribuito molto alla sua crescita.

«Sì, mi sono affidato alla loro esperienza. L’Astana negli ultimi anni ha dimostrato tutto il suo valore a livello internazionale. Loro sanno quali allenamenti e che tipo di preparazione devo fare per arrivare a quei livelli. Quest’anno, lavorando su di me per una stagione intera, mi hanno fatto crescere e penso che continueremo su questo trend. Lavorerò sempre al 110% e poi ci vogliono diverse componenti per vincere le gare».

Martinelli e Nibali: torna il binomio che ha scritto la storia del team kazako. Pronto a prendere appunti?

«Ho visto Nibali sempre come un punto di riferimento. Averlo in squadra è un onore e sicuramente ci sarà molto da imparare da lui: ha vinto tutti i tipi di gare, sia le Classiche che i Grandi Giri. Qualsiasi consiglio potrà darmi sulla strada, lo farò mio».

Tra Liegi e Fiandre, quale sceglie?

«Il mio sogno nel cassetto è la Liegi. La Classica monumento WorldTour che mi è piaciuta molto: vincerla sarebbe un sogno incredibile».