EUROPEI 2021 / Zambanini: «Conosco il percorso di Trento. Mi aspetto una gara tirata e difficile»

Zambanini
Edoardo Zambanini della Zalf al Giro del Friuli 2021
Tempo di lettura: 2 minuti

Quando lo scorso anno vedemmo un ragazzo poco più che diciottenne lottare in classifica generale al Giro d’Italia U23, noi tutti abbiamo pensato a un futuro importante per l’Italia del pedale. Edoardo Zambanini si è reso protagonista di una stagione da “rookie” eccezionale e la Zalf lo ha messo subito al centro del suo progetto.

Tra sfortune varie come il Covid e crisi improvvise in momenti importanti, sulla salita di Campo Moro al Giro d’Italia per fare un esempio, il giovane atleta di Riva del Garda non è riuscito a trovare la vittoria, pur rendendosi protagonista in varie occasioni. Tanti piazzamenti, tra cui vari secondi posti, hanno comunque convinto il commissario tecnico Amadori a puntare su di lui per gli imminenti campionati europei di Trento. Ne parliamo proprio con Zambanini, il diretto interessato…

Zambanini, partiamo dall’ultima corsa a cui hai partecipato: il Giro del Friuli…

«E’ stata una corsa particolare. Mi sentivo bene fin dalla partenza della prima tappa, tant’è che il giorno della vittoria di Zurlo, mio compagno alla Zalf, ho chiuso quinto alle spalle di Puppio e Baroncini nella volata di gruppo».

A Piancavallo invece cos’è successo?

«Anche lì stavo bene. Pedalavo con tutti i migliori con apparente facilità, ma a metà salita mi si è spenta la luce. Credo sia stato un problema di alimentazione, fatto sta che ho perso alcuni minuti e non sono riuscito a lottare per la generale».

Al Giro è successo qualcosa di simile?

«Si, ero praticamente sempre davanti. A cronometro mi sono difeso meglio di quanto mi aspettassi e a San Pellegrino Terme sono andato forte. Poi a Campo Moro ho avuto la classica giornata no e mi sono staccato. Fortunatamente sono riuscito a recuperare bene e finire in crescendo».

Tanto che dopo il Giro hai fatto piazzamenti importanti dovunque ai corso…

«Esattamente. Da una parte resta l’amarezza di non aver migliorato al Giro la posizione dello scorso anno, dall’altra abbiamo un aspetto positivo: quello di aver dimostrato di avere buone doti di recupero ed essere adatto a più percorsi».

E infatti è arrivata la chiamata di Amadori per gli Europei…

«Una grande soddisfazione. Sono stato in altura al Sestriere per una decina di giorni e abbiamo fatto un gran lavoro con Amadori e il suo staff. Ora non resta che partire e farci trovare pronti in maglia azzurra».

Hai avuto modo di vedere il percorso?

«Si perché è molto vicino a casa mia. La salita mi è capitata di farla anche in gara per un paio di volte, quindi la conosco bene. E’ abbastanza regolare, si va su del 6/7%, ma fatta dieci volte e a ritmo elevato può diventare impegnativa. La corsa poi è breve, sono poco più di 130 chilometri, quindi mi aspetto pochi momenti di “riposo”».