GIRO DEL FRIULI U23 / Tutte le idee di Flavio Zappi: «L’accademia è già pronta, adesso penso alla Continental»

Zappi
Flavio Zappi in una foto d'archivio al Giro d'Italia Under 23 2021
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Anche se per motivi familiari e lavorativi si è trasferito in Inghilterra da tanti anni, Flavio Zappi non ha mai realmente abbandonato l’Italia. Ci torna spesso, quasi sempre per portare i suoi ragazzi della Holdsworth-Zappi a fare un po’ d’esperienza.

Allora l’Italia sa sempre insegnare questo mestiere, Flavio.

«Certo, soprattutto quando non si fa soffocare dalla tradizione. In Inghilterra non ci sono una passione e una competenza così diffuse, ma l’assenza di una storia paradossalmente ci fa guardare intorno e migliorare».

A cosa ti riferisci?

«L’ho già dichiarato: io il prossimo anno farò una Continental con una decina di ragazzi, ma non come vedo farne tante in Italia. Qui il ciclismo e lo sport si prendono troppo sul serio».

Troppe gare e troppi allenamenti?

«Assolutamente sì, fin da ragazzini. E il bello è addosso ai giovani vengono buttate grandissime pressioni non per vincere la classica, ma per brillare nella gara del paese. Così il corridore non capisce cos’è realmente il ciclismo e in più si logora mentalmente».

A proposito, la tua Continental è già fatta?

«Non ancora, ma siamo ben avviati. Posso dire che pedaleremo su delle Factor, questo sì. Vorrei una decina di ragazzi, non di più, così da lasciare un paio di posti per eventuali promozioni ed esperienze dall’accademia».

Quel progetto, invece, come procede?

«Altro che progetto, hanno già firmato circa venti ragazzi. Devo soltanto cercare una base italiana, perché sostanzialmente vivrebbe qui, in Inghilterra ci sarebbe soltanto la sede legale».

A quale zona pensavi?

«L’Emilia-Romagna sarebbe bella. Io, invece, un albergo da rimettere in moto lo avrei a Tradate, in provincia di Varese. Sono figlio di albergatori, quindi so come muovermi. Facciamo finire le prossime gare e poi definirò tutto».

Intanto siete al Giro del Friuli, una corsa di assoluto livello.

«Per me è più alto di quello del Giro: ci sono la Bardiani, tante squadre straniere, praticamente tutte le Continental italiane. I nostri due uomini di punta sono Ben Granger e Nick Candy. Non sarà facile, ma questa è la mia idea di ciclismo».

Quale, Flavio?

«Correre e allenarsi il giusto, quanto basta per l’età e il grado di maturazione che ognuno raggiunge, ma correre bene: ovvero partecipare a gare importanti. Si cresce soltanto confrontandosi coi migliori e in contesti internazionali. La mia Continental avrà circa 300.000 euro di budget, dovremo essere bravi a far rientrare in questa cifra tutte le spese».

Come farete?

«Impostando un calendario non sovraffollato, ad esempio. E poi accademia e Continental utilizzano gli stessi mezzi e probabilmente lo stesso personale».

Come influisce la Brexit sulla vostra attività?

«Si fa sentire. I ragazzi possono stare in Italia soltanto 90 giorni ogni 180, quindi 3 mesi su 6. Però pare che vogliano introdurre qualche altra misura, che ci permetterebbe di rimanere quaggiù per quasi tutta la stagione, dando continuità al nostro progetto. Stiamo aspettando delle risposte più chiare. E nel frattempo continuiamo a correre…»