Europei, Cecchini: «Il percorso mi piace, correre in casa è una motivazione extra»

Cecchini
Elena Cecchini davanti alla Fontana del Nettuno in Piazza Duomo, Trento, sede di arrivo delle gare in linea
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Giovedì 5 Agosto era davanti al teleschermo a trattenere il fiato per il suo compagno di vita, Elia Viviani, lanciato verso il bronzo nell’Omnium alle Olimpiadi di Tokyo. Domenica 8 Agosto, invece, Elena Cecchini ha iniziato a lavorare per la sua medaglia, quella che punterà a vincere sabato 11 Settembre quando a Trento sarà rimesso in palio il titolo europeo in linea Donne Elite

La 29enne friulana, già vice-campionessa d’Europa ad Alkmaar nel 2019 alle spalle di Amy Pieters, ha fatto visita al capoluogo trentino con l’obiettivo di scoprire segreti e insidie del circuito di 13,2 km (250 mt di dislivello) su cui si svolgeranno le prove in linea. Il sogno, nemmeno a dirlo, è quello di migliorare il risultato dell’Europeo olandese ed imitare proprio Elia Viviani, che quella edizione la vinse. Oltre alla medaglia, anche la maglia. 

“Il nostro tecnico Salvoldi mi aveva parlato di un percorso impegnativo, e adesso posso dire che aveva ragione” – racconta Elena Cecchini. – “Non ci sono grandi dislivelli, ma è un circuito che non dà respiro. La salita di Povo col passare delle tornate può fare selezione soprattutto in ambito femminile.” “E’ un percorso che mi piace – ha proseguito la tre volte campionessa d’Italia – e credo che sarà un bellissimo Europeo, molto combattuto. Potrebbe risolversi con una volatina ristretta ma il finale nel centro cittadino è tecnico: basta un buco, una distrazione e un corridore può avvantaggiarsi in maniera definitiva, anche perché il susseguirsi di curve non facilita il lavoro degli inseguitori. Bisognerà prestare massima attenzione”. 

Un tracciato per passisti dotati di spunto veloce: l’identikit di Elena Cecchini. “Con la maglia azzurra addosso si prova sempre a tirare fuori il 110%” – spiega l’atleta nata a Udine. – “Correre in casa rappresenta una motivazione extra. Ad oggi è presto per prevedere le scelte tattiche della nostra nazionale, ma io tengo a questa gara e non mi tiro indietro. L’importante, alla fine, è che vinca un’azzurra”. L

e ultime edizioni degli Europei hanno spesso vissuto sul duello fra l’Italia e l’Olanda dominatrice del movimento femminile. Nella gara olimpica di Tokyo, tuttavia, lo stallo tattico ha favorito l’affermazione di un’outsider, l’austriaca Anna Kiesenhofer, con l’olandese Van Vleuten al secondo posto e l’azzurra Elisa Longo Borghini alla medaglia di bronzo.

Le olandesi sono la squadra da battere, singolarmente sono fortissime. Di solito c’è un certo marcamento fra noi e loro, perché noi conosciamo la loro forza e loro sanno che il nostro gruppo è molto unito. Rispetto alle Olimpiadi sarà più semplice controllare la corsa, perché ci sono più componenti per squadra e correndo in circuito è molto più semplice tenere sotto controllo avversari e distacchi. E noi avremo anche il pubblico dalla nostra: non vedo l’ora di essere a Trento.”