Reverberi: «Il ciclismo sta diventando come il calcio, troppi procuratori! Vi spiego il nuovo progetto Bardiani»

Reverberi Roberto
Roberto Reverberi, Direttore Sportivo della Bardiani-CSF-Faizanè
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«La tradizione si rispetta sempre». Sono queste le parole che Bruno Reverberi ha insegnato a suo figlio Roberto, quando gli ha consegnato nelle mani le chiavi della sua Bardiani CSF. Con la stessa cura di suo padre, mentre si sta svolgendo la stagione 2021, Roberto sta già preparando il futuro, rispettando quella filosofia che ha fin dall’inizio contraddistinto le squadre dei Reverberi.

Anche per il 2022 i giovani italiani saranno un elemento centrale del GreenTeam, ecco perché fresche sono arrivati gli annunci di Colnaghi, El Gouzi, Martinelli, Marcellusi e Nieri: i primi di una schiera di Under 23 che dal prossimo anno passeranno professionisti. Ne parliamo proprio con Roberto Reverberi, analizzando le difficoltà nel trovare (e tenere) ragazzi di talento, sempre più sottomessi alle promesse dei loro procuratori.

Roberto, cinque neo-professionisti arrivano in casa Bardiani. Cosa ci puoi dire?

«Innanzitutto vi dico che non saranno gli unici. Altri ne arriveranno molto probabilmente nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. L’idea è quella che ci ha contraddistinto in questi ultimi anni, vogliamo puntare sui giovani ragazzi italiani, farli crescere e maturare prima di lanciarli nel grande mondo del WorldTour. Allo stesso tempo però abbiamo voluto aggiungere un elemento di novità».

Quale?

«I ragazzi che stiamo ingaggiando dal 2000 in poi avranno un percorso diverso dagli altri corridori della squadra. Con loro, che per età sarebbero ancora dilettanti o juniores, lavoreremo su un calendario Continental/Under23. Vogliamo farli crescere con calma, rispettando i loro tempi, in un ambiente votato al professionismo. Impareranno dai grandi senza essere “bruciati” come spesso accade».

Come mai dici questo? Cosa hai notato?

«Ho notato tante cose. La prima è che in Italia ci sono pochi ragazzi forti che potranno avere una grande carriera. Quei pochi che emergono nel dilettantismo vengono presi d’assalto da formazioni WorldTour che spesso non fanno il loro bene. Li mettono a tirare come asini per i vari capitani, facendogli perdere quell’istinto vincente e quella cattiveria agonistica che un giovane deve avere».

E perché accade?

«Perché sono spinti dai procuratori. Il ciclismo sta diventando come il calcio, queste figure stanno influenzando troppo gli atleti: pensano a tirare l’acqua al proprio mulino non capendo che stanno giovani ragazzi molto interessanti».

Ti è capitato spesso?

«Praticamente ogni anno nelle ultime dieci stagioni. Diventa sempre più difficile trattare con i giovani perché ti ritrovi a parlare con questi procuratori che vogliono tutto e subito. Ma succede anche a ragazzi che sono in squadra da un anno, fanno una buona prestazione, e subito pensano di meritare una WorldTour».

Ad esempio?

«Meglio non fare nomi. Basta guardare come sono finiti molti che sono passati di qui, si credevano fenomeni già a 22-23 anni e sono finiti non proprio bene».

La soluzione quale sarebbe?

«Io penso a Ciccone o Colbrelli. Ottimi corridori che hanno avuto il tempo di fare le loro esperienze e di crescere in un ambiente che li ha sempre messi al centro del progetto. Una volta maturati sono riusciti a passare in una WorldTour, a guadagnare molto di più e anche a ricoprire dei ruoli di leader in corse di primissimo livello».

Ai giovani che hai ingaggiato cosa avete detto?

«Che li metteremo nelle condizioni di esprimersi al meglio. Avranno tutti le loro opportunità per mettersi in mostra, per migliorare giorno dopo giorno e per realizzare il loro sogno».

Cosa vi ha convinto di questi ragazzi?

«Innanzitutto il loro atteggiamento. Quando abbiamo proposto loro il nostro progetto si sono mostrati tutti molto entusiasti. Poi ovviamente le loro qualità: Colnaghi è probabilmente da due anni a questa parte il miglior Under 23 italiano, sa vincere in diversi modi ed è il prototipo perfetto del corridore moderno. El Gouzi ha ottime doti da scalatore mentre Martinelli, Nieri e Marcellusi, giovani dalle grandi qualità, rientrano nel nostro programma che ti ho anticipato precedentemente».