Il sogno d’oro di Nibali: la vittoria che vale più di un Mondiale e rende immortali

Vincenzo Nibali con i compagni di Nazionale alle Olimpiadi di Rio 2016
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Quella di Rio, ormai cinque anni fa, era stata una grande nazionale. Caruso, De Marchi, Rosa, Aru e Nibali. La Squadra prima aveva controllato, poi attaccato. Damiano aveva dato tutto fino all’imbocco dell’ultima salita, Fabio aveva pilotato il capitano, poi era toccato a lui: allora Vincenzo aveva accelerato, e poi aveva attaccato decisamente dopo il falsopiano, portandosi dietro Majka ed Henao. Scappare in tre vuol dire medaglia sicura. Dietro però si stavano organizzando per rientrare, e Vincenzo aveva capito di dover rischiare tutto sulla discesa di Vista Chinesa se voleva l’Olimpiade. La discesa, il suo pane quotidiano. Però lì l’asfalto era cattivo, e si passava continuamente dal sole al buio, sotto gli alberi. Insomma Nibali era caduto, e anche Henao. E in quel momento i nostri sogni d’oro si erano frantumati assieme alla clavicola di Vincenzo.

Sono passati cinque anni, Nibali ne avrà trentasette a novembre, sa che questi sono gli ultimi fuochi di una carriera enorme, esaltante. Per essere un fuoriclasse da Grandi Giri, alcuni dei giorni più belli li ha legati a classiche di un giorno. I due Lombardia, la sorprendente Milano-Sanremo. Vincenzo, lo ha confessato da tempo, sogna di chiudere con una vittoria, per mettere definitivamente in cornice la sua storia. Gli avversari sono cambiati, sembrano essersi addirittura moltiplicati. E gli anni pesano di più quando ne hai trentasei compiuti. Esperienza, la chiama Vincenzo, consapevole che sotto questo aspetto avrà qualcosa in più di molti dei partenti. Vincere l’Olimpiade è stato a lungo il suo sogno, è stato anche un obiettivo. È uno dei pochi corridori ad aver ammesso che per lui un oro olimpico conta di più di una maglia iridata. E ha ragione: vincere l’Olimpiade ti regala l’immortalità.

Adesso pensare di arrivare all’oro in una gara così difficile e dura sembra un’illusione. Ma Nibali nega di essere in cerca di rivincite. «È un ricordo che fa male, quello di Rio, ma ormai è passato. Non è mai diventato un cruccio nè un’ossessione per me». Nibali sarà comunque cruciale per la squadra, quale che sia il ruolo che si ritaglierà in corsa. L’ultima sua vittoria risale a quasi due anni fa, era il 27 luglio 2019, nella tappa del Tour da Albertville a Val Thorens. Sempre grandi vittorie per un fuoriclasse come pochi.