Settimana Ciclistica Italiana, Amici: «In Sardegna non è mancata la passione. Torneremo il prossimo anno»

Nella foto, da sinistra Carmelo Mereu, Adriano Amici e Stefano Dessì.
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Pochi minuti sono trascorsi dal garibaldino finale della quinta e ultima tappa della Settimana Ciclistica Italiana, sulle strade della Sardegna, che ha incoronato Diego Ulissi vincitore della classifica generale. Seduto poco distante nel “Quartier tappa” in viale Diaz, Adriano Amici, l’organizzatore tecnico della manifestazione, si gode un po’ di riposo riparato dal lieto sole cagliaritano. Chiacchiera con il patron della corsa Carmelo Mereu e con il presidente del comitato sardo Stefano Dessì e riflette su un evento accolto dalla Sardegna con entusiasmo.

Amici quando nasce l’idea della Settimana Ciclistica nell’Isola?

«L’idea nasce a novembre 2020. Volevamo tornare in una terra nobile e antica come la Sardegna che è stata percorsa da grandi campioni sia in occasione del Giro di Sardegna che durante la corsa rosa. Il 3 febbraio ci è stato dato il via libera dall’Uci per inserirla in calendario e da quel momento i miei collaboratori sono venuti qui per visionare il territorio e valutare i percorsi di gara. Una grande mano ci è stata data da Carmelo Mereu che ha voluto fortemente che il grande ciclismo tornasse nelle strade sarde».

Luglio, mese ostico per i corridori data anche la località.

«In realtà il periodo scelto è stato ottimo, tenendo conto che tra pochissimo ci saranno le Olimpiadi. Grazie a questo, è stato possibile avere la nostra nazionale che ha colto l’occasione per ultimare la preparazione. Inoltre le prime tre tappe hanno avuto un clima godibilissimo, il che ha sicuramente aiutato».

Il pubblico come ha accolto l’evento?

«Benissimo: il tifo della Sardegna è unico, l’ho constatato sia quando partecipai a tre edizioni del Giro di Sardegna da corridore sia quando sono stato tra gli organizzatori. Qui non è mai mancata la passione, anzi: la Settimana Ciclistica è anche un’ottima opportunità per sensibilizzare ancora di più le persone e farle avvicinare al ciclismo».

Percorsi vallonati, bagarre in più di un’occasione: è soddisfatto?

«Assolutamente sì, ogni corridore ha onorato la corsa al meglio e merita di essere ammirato per questo. Abbiamo avuto un Diego Ulissi in grande spolvero, un Ackermann impetuoso nelle volate e un Aleotti che sta crescendo sempre più».

Gli appassionati sardi potranno godere di una seconda edizione?

«Indubbiamente: questo è stato un avvio che ha dimostrato la potenzialità di una manifestazione che può dare tanto. Per ora è presto dire con esattezza quando si terrà, bisognerà controllare il calendario: non credo a luglio ma pensiamo di fare tutto a ottobre dopo il giro di Lombardia. Il clima in Sardegna è ottimale e i corridori amano venire qui. I presupposti per fare bene ci sono tutti, non resta che organizzarsi con pazienza e scrupolo»