GIRO D’ITALIA DONNE / Luperini: «Wiebes perfetta. Bastianelli ai Giochi? Il giusto premio a una grande carriera»

Giro d'Italia Donne
Fabiana Luperini analizza i temi della quinta tappa del Giro d'Italia Donne
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Il Giro d’Italia Donne ha lasciato il Piemonte ed è ripartito da Milano alla volta di Carugate con una tappa dedicata alle velociste. Pronostico confermato: ha vinto Lorena Wiebes, 22 anni, che milita nel Team Dsm. Miglior italiana Marta Bastianelli, quinta, che ha anticipato Maria Giulia Confalonieri e Sofia Bertizzolo. Con Fabiana Luperini, che sta seguendo il Giro Donne tappa per tappa con quibicisport.it, riprendiamo il commento della corsa rosa.

Fabiana, quinta tappa e quarta vittoria olandese…

«Ed è stata una vittoria netta. La squadra ha pilotato la Wiebes in maniera perfetta fino all’ultima curva e nessuna è riuscita a impensierirla più di tanto. D’altronde la Wiebes non è una sconosciuta: è stata campionessa europea juniores nel 2017 e quest’anno ha vinto diverse corse. Quando c’è una volata è sempre davanti: penso che in questo momento sia la sprinter più in forma».

Certo che queste olandesi hanno una marcia in più…

«Sicuramente si allenano con ritmi più sostenuti, più simili a quelli degli uomini. Ragazze come Van der Breggen e Van Vleuten fanno lavori che sono paragonabili a quelli dei professionisti».

La migliore delle italiane è stata Marta Bastianelli, ormai sicura della convocazione per Tokyo: a 34 anni debutterà alle Olimpiadi.

«Penso che sia stato il giusto riconoscimento ad una grande carriera e Marta se lo merita: non è nella condizione di due anni fa quando vinse il Fiandre, ma se la forma cresce può essere una carta molto importante per le azzurre».

Sulla carta il circuito olimpico non sarebbe da velociste, ma è piuttosto duro…

«Però la gara Olimpica è diversa da tutte le altre, in un certo senso è una gara individuale, chi ne ha rimane avanti. Partono in sessanta, ma il gruppo di chi può lottare per una medaglia poi si restringe sì e no a una ventina di ragazze. Fare strategie di squadra è molto difficile e secondo me il Ct Dino Salvoldi ha fatto molto bene a metter dentro una velocista perché potrebbe tornare molto utile…».

Oggi avrebbe potuto dire la sua anche Chiara Consonni, la velocista bergamasca della Valcar-Travel &Service, ma ieri purtroppo ha chiuso la cronoscalata di Cascata del Toce fuori tempo massimo insieme ad altre undici atlete…

«Sì, i giudici sono stati inflessibili. Quando correvo io tante volte si cercava di tenere dentro le ragazze ampliando parecchio il tempo limite per non arrivare magari a fine Giro con poche atlete. Ma se si vuole un ciclismo femminile sempre più “professionistico” è questa la strada: se la regola del tempo massimo viene applicata con rigore tra gli uomini lo stesso deve essere anche per le donne, senza sconti…».