TOKYO 2020 / Salvoldi: «Esclusioni dolorose, ma vi spiego le mie scelte per le Olimpiadi»

Salvoldi
Edoardo Salvoldi, commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo juniores
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Fare delle scelte nella vita è sempre molto difficile. Ancor di più se la decisione implica escludere delle ragazze che ormai da molti anni lavorano insieme per raggiungere un obiettivo, quello delle Olimpiadi. La paura di sbagliare le valutazioni è tanta, ma rientra nel gioco “crudele” del commissario tecnico della nazionale italiana. Edoardo Salvoldi ci conferma che non è mai stato così difficile come quest’anno selezionare le quattro atlete che andranno a giocarsi l’oro su strada e le cinque che invece competeranno per le medaglie su pista. Il livello è altissimo e la differenza è davvero minima, ce la facciamo spiegare da lui su quibicisport.it.

Salvoldi, i giochi sono fatti. E’ stato difficile dire di “no” ad alcune ragazze?

«Emotivamente è stato molto doloroso. So che devo cercare di essere “distaccato” in queste occasioni, ma capirete che non è facile tenere fuori delle ragazze che hanno lavorato a lungo per esserci. Anche perché non è che ci sia questa grande differenza tecnica e qualitativa tra le convocate e le escluse».

Quali sono i motivi dunque dell’esclusione di atlete come Consonni, Valsecchi e Confalonieri per parlare della pista?

«La differenza è la versatilità, sia nelle posizione del quartetto sia nell’affrontare le altre prove. Vi spiego: Confalonieri e Valsecchi per tutta la stagione hanno dimostrato di non avere la velocità di punta necessaria richiesta a livello internazionale per essere competitivi nel quartetto…»

E Consonni?

«Chiara avrebbe occupato la seconda posizione nel quartetto e in questo momento abbiamo la Barbieri che va più forte di tutte le altre e può occupare anche la prima posizione, quella più delicata che lancia il treno alla partenza. Se la Paternoster torna ai suoi livelli, rientrerebbe alle spalle di Rachele (Barbieri ndr). E poi abbiamo Alzini e Fidanza, molto duttili dal punto di vista delle posizioni».

E le altre discipline?

«La coppia ideale per la Madison sarebbe Balsamo-Paternoster, ma l’alternativa principale è data da Guazzini e Barbieri. Difficilmente la Consonni sarebbe riuscita a trovare un posto nelle altre discipline».

Parliamo ora del gruppo strada. Longo Borghini leader indiscussa…

«Per la strada ho fatto una valutazione tattica della gara. Se viene corsa dura Elisa ha dimostrato di potersela giocare con le olandesi più forte, diciamo che è l’unica azzurra a poter tenere il loro ritmo. Ma il percorso per quanto impegnativo, non è eccessivamente proibitivo».

Ed ecco la chiamata alla Bastianelli…

«Esattamente. Diciamo che l’altimetria è condizionata molto dalla salita centrale, che è tuttavia piuttosto pedalabile. Se dovessero andare via una o due atlete, avere una ciclista veloce come la Bastianelli potrebbe essere molto importante per andare a medaglia in uno sprint ristretto».

E poi Cavalli e Paladin

«A loro avevo chiesto a inizio stagione di mandarmi un segnale importante. Entrambe, messe sotto pressione, hanno dimostrato di poter stare benissimo nella squadra azzurra. Possono entrare in delle fughe, così come essere preziose per un eventuale inseguimento».

Come arrivate a Tokyo, quali sono le vostre “tappe”?

«Partiamo dal gruppo pista. Con le ragazze saremo in raduno fino al 5 luglio tra Montichiari e Fiorenzuola. Poi faremo una gara a tappe in Belgio dall’8 all’11 per prendere un po’ di ritmo. Torneremo al velodromo di Montichiari per un secondo ritiro fino al 23, ma soggiorneremo al Passo Maniva. Poi il 25 partiranno per Tokyo ad eccezione di Elisa Balsamo che invece andrà in Giappone il 21 perché è la riserva della prova su strada».

E il gruppo strada?

«Le ragazze della strada saranno tutte al via del Giro d’Italia domani. La corsa rosa è fondamentale per mettere chilometri sulle gambe e trovare il ritmo giusto. Al termine del Giro, l’11 luglio, qualche giorno di riposo prima di ritrovarci per un allenamento il 16 a Montichiari. Il 17 si parte per Tokyo».