TOUR DE FRANCE / Roberto Conti: «Mai visto nessuno come Pogacar. Il suo punto debole? La squadra»

Tour de France
Roberto Conti commenta la quinta tappa del Tour de France 2021.
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Roberto Conti di corridori in grado di vincere su qualsiasi terreno ne ha visti pochi. E pensate che lui ha corso negli anni di Bugno, Chiappucci, Indurain, Pantani e molti altri. Azzardarci a paragoni inutili sarebbe fuorviante: il ciclismo è cambiato, e questo è sotto gli occhi di tutti. Bisogna però ammettere che non ci era mai capitato di vedere un ragazzo come Tadej Pogacar che a 22 anni ha già vinto un Tour, la Liegi, due cronometro alla Boucle e un’altra ventina di corse. Ne parliamo con lui in questa analisi della 5ª tappa del Tour de France 2021.

Roberto, ti è mai capitato di vedere un corridore come Pogacar nel corso della tua carriera?

«No, Pogacar non smette di sorprendermi. Nemmeno Indurain vinceva così tanto: per esempio Miguelon non ha mai vinto una classica. Certo, bisogna andare piano con i paragoni, ma Pogacar è giovanissimo e quest’anno non sembra mollare di un centimetro…»

Riesce ad andare forte da febbraio a ottobre, come riesce?

«Programmazione perfetta unita a talento e gioventù. A 22 anni recuperare dalle fatiche è più facile, in più lui ha preparato il Tour de France seguendo un calendario preciso. Ha avuto il suo primo picco di forma in primavera, ed è riuscito a vincere la Liegi, la Tirreno e a piazzarsi alle Strade Bianche. Poi ha staccato per oltre un mese prima del Tour de France, il suo grande obiettivo. Mi aspetto questa forma fino alle Olimpiadi di Tokyo, poi si fermerà».

Secondo te è un bene non aver preso la maglia gialla?

«A mio avviso cambia poco. Quando la strada comincerà a salire, maglia gialla o no, è lui che deve controllare la corsa».

E’ la Ineos la squadra battuta di oggi?

«Direi proprio di sì. Carapaz ce lo aspettavamo, Thomas un po’ meno, ma credo abbia pagato le cadute dei giorni scorsi. Ora devono inventarsi qualcosa, sarà importante cambiare mentalità e correre all’attacco. Hanno due pedine, bisognerà sfruttarle bene altrimenti Pogacar non lo batti di certo».

E Roglic?

«Roglic deve innanzitutto capire come sta. Inizialmente starei a vedere come si comporta la Ineos e farei chiudere sempre a Pogacar. Bisognerà isolarlo, farlo stancare e poi partire in contropiede. Ovviamente bisogna avere le gambe per farlo».

Quale può essere un punto debole di Pogacar?

«La squadra. La UAE Team Emirates, per quanto forte, non è minimamente paragonabile alla Ineos-Grenadiers e alla Jumbo-Visma. Se il ritmo sale non credo che Formolo, Majka o McNulty riescano a stare al fianco di Pogacar».