Dalla UAE una scossa per Aru, Matxin: «È un campione, sono sicuro che rinascerà»

Matxin e Aru in Colombia a inizio stagione 2020, in una foto d'archivio
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Correre con la paura non è facile: le gambe girano meno veloci e la bici è più pesante. Ma la paura i campioni sono capaci di abbatterla, perché hanno imparato a conviverci fino all’ultimo metro. E la voglia di rivalsa si concretizza soprattutto con le qualità umane, atletiche e professionali. Joxean Fernández “Matxín“, general manager della UAE Team Emirates, nonostante le strade con Fabio Aru si siano divise a fine 2020, ha mantenuto il legame con il corridore di Villacidro che un giorno gli ha regalato, mantenendo la promessa, un buonissimo vino sardo. Dal ritiro al Tour de France dello scorso anno, a quello più recente del Campionato Italiano di Imola, Maxtin su quibicisport.it parla di, con e per Fabio Aru. Un campione che rinascerà.

Vi siete sentiti nell’ultimo periodo con Fabio Aru? Con te c’è stato un bel rapporto.

«Sì, ho sempre avuto un bel rapporto con lui perché con Fabio (Aru, ndr) si può parlare bene e chiaro. Sai, soprattutto perché ha passato dei momenti difficili e abbiamo parlato molto chiaro. Ci scambiamo sempre messaggi, con molto rispetto».

Dopo il ritiro dal Tour de France 2020, come sono stati i mesi successivi con Fabio Aru.

«La situazione era molto buona e tutto era stato sempre molto chiaro. Ovviamente lui era il nostro capitano in quel momento, perché Tadej (Pogacar, ndr) l’anno scorso non era ancora un corridore all’altezza di Fabio, ma abbiamo sempre difeso sia Fabio, sia Tadej. Poi è arrivato un giorno dove a Pau, si è staccato proprio alla partenza e non poteva andare avanti. Si è staccato da solo e purtroppo ha dovuto fermarsi dopo 60/80 chilometri, una situazione strana».

L’amicizia tra te e Fabio è rimasta?

«Assolutamente. Ci sentiamo per messaggio ed è sempre molto gentile, rispettoso nel segno della nostra amicizia. Ricordo che l’anno scorso mi aveva fatto una promessa: di portarmi un vino molto buono dalla Sardegna e mi ha regalato una bottiglia di vino di qualità veramente alta e di un sapore molto buono. Indipendentemente dal fatto di correre o meno per la stessa squadra, abbiamo sempre un buon rapporto».

Domenica al Campionato Italiano si è ritirato. La Qhubeka-Assos lo ha escluso dalla squadra per il Tour. Da amico, che consiglio vuoi dargli?

«È giusto che io tenga un pensiero sempre buono per Fabio (Aru, ndr). Del rapporto con lui conservo tutto il buono possibile, perché gli voglio bene e voglio il meglio per lui: ha una classe immensa, una professionalità immensa, una voglia di dimostrare immensa e tutto questo so benissimo che lo fa preoccupare e lo porta a impegnarsi ancora di più con serietà. Vederlo così mi dispiace, perché non se lo merita: è un corridore che deve trovare forza dal suo passato di grandi risultati e ritrovarsi».

Aru potrebbe pensare di lasciare il ciclismo dopo questi anni così complicati?

«Non lo so. È una domanda alla quale potrebbe rispondere lui. Non ti potrei dare nemmeno un punto di vista, perché non ne abbiamo mai parlato. Mi dispiacerebbe pensare a questo, perché lui è un campione che pensa come un campione e vive il ciclismo da vero professionista. Se un giorno la scelta arriva, sarà una scelta sua che farà insieme alla famiglia e non mi permetto nemmeno di valutarla».

La formula giusta per ripartire.

«Che non abbia problemi. Senza problemi è un campione e il suo palmarés dimostra che è un vero campione. Se gli togli i problemi, e sono convinto che sono problemi fisici perché lui ha una testa impressionante, Fabio (Aru, ndr) è un corridore impressionante. Se gli dici di fare cinque ore in bici ne fa cinque, se gli dici di farne dieci ne fa dieci. Non ho nessun dubbio: il sacrificio, il lavoro e l’impegno che ci mette ti garantisco che sono da super, super, top professionista».

Lo riprenderesti alla UAE?

«Avere corridori forti è sempre un piacere per una squadra. Avere un campione come lui è sempre un piacere. Una volta che lui sarà di nuovo a posto fisiologicamente, credo che essendo un campione lo ridiventerà di nuovo dopo che si sarà sistemato tutto. Merita di fare delle belle gare al suo livello».

Che futuro prevedi per lui?

«In questi momenti complicati escono a livello personale quelli forti e Fabio lo è. I momenti semplici li superano tutti».