AMARCORD/59 Fenomeno Lemond, ma il destino è in agguato: dopo l’incidente di caccia, un calvario di due anni

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A 25 anni era già il faro del ciclismo mondiale: campione del mondo nel 1983, vincitore del Tour de France nell’anno di grazia 1986, che lo aveva visto anche sfiorare il successo alla Milano-Sanremo e arrivare quarto al Giro d’Italia. Non male per uno che veniva dagli Stati Uniti, allora estrema periferia della bici. 

Greg Lemond era un talento epocale, potenzialmente in grado di vincere tutto. Formidabile nelle grandi corse a tappe, ma super competitivo anche nelle corse in linea, tanto che aveva già messo in fila piazzamenti e podi in tutte le cinque classiche-monumento.

Il primo atto della sua carriera, quello della crescita esponenziale, stava però per concludersi drammaticamente. Il sipario calò il 20 aprile del 1987: durante una battuta di caccia in una tenuta californiana, nei pressi di Sacramento, Lemond fu colpito accidentalmente dal cognato. Gli entrarono in corpo oltre cinquanta pallini di piombo, perse litri di sangue, salvandosi solo per un tempestivo trasferimento in ospedale a bordo di un elicottero.

Al mondo furono diffuse previsioni ottimistiche, il rientro sarebbe avvenuto in una decina di settimane. In realtà, il calvario di Lemond era solo agli inizi. Persa gran parte della massa muscolare, arrancò penosamente per mesi, rimediando brutte figure e pessimi presagi. 

Il “clic” al Giro del 1989: da lì partì la rinascita

Il buio continuò per tutto il 1988 e si prolungò nella stagione successiva. Al Giro 1989, dominato da Fignon, Lemond andò talmente piano da meditare il ritiro definitivo. Ma alla cronometro dell’ultimo giorno, da Prato a Firenze, tornò chissà come a sentire sensazioni sepolte due anni prima. Il secondo posto, dietro allo specialista polacco Piasecki, segnò l’improvvisa e quasi misteriosa rinascita

Quarantadue giorni dopo, con qualche pallino di piombo ancora in corpo, Greg Lemond avrebbe festeggiato sul podio di Parigi il suo secondo Tour de France. Proprio davanti a Fignon, battuto per soli 8 secondi.