Palazzago, ecco la verità del presidente Tironi: «Commesso non era all’altezza. Fiducia massima in Tiralongo»

Paolo Tiralongo, direttore sportivo della Palazzago, al Giro d'Italia Giovani Under 23
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Che cosa sia successo alla Palazzago tra Salvatore Commesso e Paolo Tiralongo lo abbiamo capito: il primo, quando si è reso conto che il secondo lo aveva sorpassato nelle gerarchie pur essendo arrivato da qualche mese, si è prima defilato e poi ha levato le tende. Ha seguito il Giro d’Italia Under 23 con l’ammiraglia della Mg K Vis, ma per il momento è senza squadra. Sfrontato Commesso, più diplomatico Tiralongo. Entrambi, tuttavia, tiravano in ballo il presidente della Palazzago, Ezio Tironi. La sua voce, dunque, è la più autorevole.

Tironi, cos’è successo?

«Io e Tiralongo siamo amici, ci conosciamo da una vita e abitiamo ad un tiro di schioppo l’uno dall’altro. A ottobre mi viene a trovare in ufficio e mi dice che non sarà più uno dei direttori sportivi della Uae-Team Emirates».

A quel punto lei lo ha integrato nella Palazzago.

«Prima gli ho fatto capire che il mio budget è decisamente più modesto. Lui mi ha detto una cifra, io mi sono trovato d’accordo e quindi è salito a bordo».

Come primo direttore sportivo, nonostante ci fosse Commesso da dieci anni.

«Il discorso è molto semplice. Nel 2018 va via Olivano Locatelli, che aveva un caratteraccio ma che sapeva il fatto suo. A quel punto Commesso diventa la figura di riferimento. I risultati subiscono un crollo. Provo a salvare la baracca prendendo Fusi, ma si rivela un buco nell’acqua. Ecco perché ho preso Tiralongo».

Non crede d’aver mancato di rispetto a Commesso?

«Assolutamente no, lui ha avuto il tempo per dimostrare il suo valore e molto semplicemente non è stato all’altezza, riportando pochissimi risultati dignitosi. Non solo: correvamo in maniera più brutta e disunita, l’armonia del gruppo era scomparsa. E i ragazzi si lamentavano».

Cosa dicevano i ragazzi della Palazzago?

«Chi andava via perché sentiva che stava perdendo tempo, chi non condivideva il modo in cui la squadra correva».

Ma lei aveva parlato con Commesso dell’arrivo di Tiralongo?

«Certo, e in un primo momento ero persino sollevato. Commesso era tranquillo, mi disse che non c’erano problemi perché lui e Paolo si conoscevano da trent’anni. Infatti all’inizio i dissidi non erano tra Commesso e Tiralongo, ma tra Commesso e Mariani, il terzo direttore sportivo».

Perché lo ha mandato via?

«Perché la situazione stava diventando insopportabile. Ho preferito mandare via Mariani perché aveva già un altro lavoro sicuro».

Quando sono cominciati i malumori tra Tiralongo e Commesso?

«In primavera, quando Francesco Romano ha iniziato a fare degli ottimi risultati. Commesso si è sentito scavalcato, rendendosi conto che ormai i corridori si fidavano più di Tiralongo che di lui. Ho provato a riportare la pace con qualche riunione, ma non c’è stato niente da fare».

Quando si sono divise le strade di Commesso e della Palazzago?

«Tre settimane fa. Commesso poteva fare il secondo di Tiralongo, ma non ha voluto. Anzi, ha perfino alzato la voce contro i ragazzi e anche contro di me, come se in qualche modo l’avessimo tradito. E infine ha cominciato a parlare male della Palazzago. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».

Come valuta l’operato di Tiralongo alla Palazzago?

«Per ora è buono, è sotto gli occhi di tutti. Anche se, secondo me, chi lo giudica adesso come Commesso lo fa in malafede e sbaglia. Per giudicare serve tempo, almeno un anno. Non dico che Tiralongo valga Locatelli, ma soltanto che non si sta comportando affatto male».

In quali rapporti è rimasto con Commesso?

«Come dicevo ci siamo lasciati male, malissimo. E ad ora i rapporti sono inesistenti. Mi ha deluso, ho conosciuto un Commesso arrogante e cattivo che non pensavo esistesse».