GIRO D’ITALIA / Beppe Conti: «Bravo Vendrame, ma dovrebbe correre per una World Tour italiana. E Ciccone fa bene a provarci»

Nuovo appuntamento con "La Resa dei Conti": il nostro giornalista fa il punto sui temi della dodicesima tappa
Tempo di lettura: 2 minuti

Sulla carta era una tappa adatta alle fughe e così è stato. Ma finalmente ad esultare è un ciclista italiano, Andrea Vendrame dell’Ag2r Citroen, che batte Hamilton della Dsm e rompe la maledizione dei corridori azzurri sempre battuti e relegati al secondo posto (tranne Ganna nella prima). Per quanto riguarda la generale, da segnalare un’azione della coppia della Trek-Segafredo formata da Ciccone e Nibali.

Come dobbiamo interpretarla, Beppe?

«Ciccone ha sondato il territorio nella speranza che Bernal e la Ineos non lo rincorressero, sfruttando le doti da discesista di Nibali. Niente da fare, evidentemente i britannici li reputano ancora pericolosi. E hanno ragione».

Ma se Ciccone vuole lottare per la generale, attacchi del genere a cosa servono?

«Psicologicamente per provare qualcosa a se stessi: che la gamba c’è, che il Giro è lungo, che ogni giorno può succedere qualcosa. E che la tappa difficile di ieri è alle spalle. Ma ritorno a dire che Ciccone ha fatto bene, in un finale del genere poteva rosicchiare qualcosa ai diretti avversari. Ci vuole qualcuno che attacchi la Ineos, sempre più forte, altrimenti diamo la maglia rosa di diritto a Bernal e festa finita».

Alla fine Nibali ci ha riprovato ed è arrivato. Sembra in crescita, davvero va considerato fuori dai giochi per un buon piazzamento in classifica?

«Ad uno come Nibali, per come la vedo io, un settimo o un ottavo posto nella generale non aggiunge niente. Una vittoria di tappa invece sì, gli auguro di centrarla. L’attacco di oggi, secondo me, è servito per ricordare al pubblico che la sua recita non è finita. E’ ancora in gruppo, sta sempre meglio e vuole levarsi ancora uno sfizio. Quello olimpico, magari».

Ma l’italiano che oggi merita il maggior numero di applausi è Andrea Vendrame, splendido vincitore di tappa.

«E’ un corridore vero, completo e grintoso. Qualche anno fa, quando ancora correva per l’Androni, vinse il Tro-Bro Leon in Francia, una corsa dura e resa molto complicata dal percorso: pavé, sentieri, tunnel, passaggi complicati. Quella vittoria gli è valsa l’attenzione dall’Ag2r Citroen, la squadra per cui oggi ha vinto».

Il rammarico, se così possiamo dire, è proprio questo: che nessuno dei nostri corra per una World Tour italiana.

«E’ un mio chiodo fisso, quanto mi sarebbe piaciuto oggi veder vincere Vendrame con indosso una maglia italiana. Qualcosa si sta muovendo, ma non c’è niente di definito. Mi auguro che in estate si sblocchi qualcosa, sinceramente non se ne può più…».