GIRO D’ITALIA / Beppe Conti: «Viviani e Nizzolo, oggi vi boccio. Sagan? Oggi è stato perfetto. E con Evenepoel e Bernal ci divertiremo»

Nuova puntata de "La Resa dei Conti". Il nostro giornalista analizza i temi salienti della decima tappa del Giro d'Italia
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Decima tappa, quella che precede il primo giorno di riposo del Giro d’Italia 2021, 139 chilometri da L’Aquila a Foligno. Sembrava buona per una fuga, invece la vittoria è stata appannaggio dei velocisti. Ma non di tutti: il percorso mosso e l’ascesa del Valico della Somma sono stati sufficienti per disperdere Nizzolo, Merlier e Groenewegen. Il successo se l’è preso Sagan, tanto forte quanto abile nel guidare il mezzo. Battuto Gaviria, terzo Cimolai.

Beppe, si può dire che Sagan ha vinto anche di scaltrezza?

«Sì, nel finale è stato il più bravo a muoversi e aver preso l’ultima curva in testa ha fatto tutta la differenza del mondo. Però oggi ha avuto anche le gambe che troppo spesso, negli ultimi tempi, gli sono mancate. Oggi non si può che dirgli bravo».

E dire che con Sagan non sei mai stato troppo buono…

«E’ una leggenda metropolitana. Per me Sagan è sempre stato un campione e un grandissimo personaggio, ma quando cominciò ad affermarsi il ciclismo fu colto da una vera e propria frenesia. Di lui si diceva che fosse il nuovo Merckx. Ma per l’amor di dio, non scherziamo».

Come dobbiamo considerare Sagan?

«Un corridore estremamente veloce e molto adatto a tre classiche monumento: Sanremo, Fiandre e Roubaix. Per essere il nuovo Merckx ci vuole ben altro, insomma. Ecco, io di Sagan ho sempre detto questo, non ho mai remato contro di lui a prescindere».

Viviani e Nizzolo erano partiti bene, ma a lungo andare si sono appassiti. Quali possono essere i motivi?

«Credo che entrambi abbiano avuto qualche problemino durante l’avvicinamento al Giro. Nizzolo oggi non ce l’ha fatta, ma in gruppo non erano mica rimasti solo gli scalatori. E su Viviani non voglio infierire, a questo punto le difficoltà sono più sue che della squadra».

Sul podio Gaviria, redivivo, e Cimolai, molto brillante.

«Cimolai è nettamente il miglior velocista italiano di questo Giro d’Italia e merita soltanto i complimenti. Gaviria non lo promuovo nemmeno oggi: da lui mi aspetto sempre tanto e oggi battere Sagan non era impossibile. Il finale, insomma, era adatto anche al colombiano. Di certo meglio arrivare secondo che nono o decimo…».

Cosa dobbiamo aspettarci da Evenepoel e Bernal dopo la guerra che si sono fatti oggi per un paio di secondi d’abbuono all’ultimo traguardo volante?

«Di tutto e di più. Sono giovani, forti, agguerriti e ambiziosi. Tatticamente quello che hanno fatto oggi non ha molto senso, si sono scannati per un secondo in più o in meno. Ma detto fuori dai denti, chi se ne frega delle tattiche. Vederli così determinati e battaglieri mi ha emozionato, lunga vita a questi traguardi volanti».

Se le suoneranno già mercoledì sugli sterrati di Montalcino? Dopo il giorno di riposo potrebbe succedere di tutto…

«Ne sono sicuro. Vedo molto avvantaggiato Bernal, che viene dalla mountain bike e quest’anno è stato terzo alla Strade Bianche. Evenepoel, invece, me lo segnalavano in difficoltà su quella tipologia di percorso. Vedremo, di certo il belga proverà ad inventarsi qualcosa».

Dobbiamo sperare nella pioggia?

«Io sinceramente preferirei una corsa asciutta. Desidero un grande spettacolo, ma non lo vorrei falsato dalle forature, dalle scivolate e dalle cadute. Pensate a quello che successe nel 2010: se Nibali in maglia rosa nella giornata degli sterrati non fosse caduto, probabilmente la Liquigas non lo avrebbe mai adoperato come luogotenente di Basso, bensì come capitano».