GIRO D’ITALIA / Le salite di oggi: Monte Godi e Campo Felice attendono i big della generale

Tempo di lettura: 2 minuti

Trent’anni fa il Valico di Monte Godi, prima difficoltà del tappone appenninico di oggi, fece la sua prima comparsa al Giro d’Italia. Edizione 1991, tappa Sorrento-Scanno. Sull’ultima asperità della giornata scattano Chioccioli e Lejarreta. Fanno il vuoto. Lo spagnolo è primo sia sul GPM che al traguardo, dove ha la meglio in volata, ma il «Coppino»conquista la maglia rosa, strappandola al francese Boyer, che arriva a 50”, insieme a Chiappucci e Lelli. 

Replica due anni dopo. Ma questa volta il Monte Godi è affrontato subito dopo il via, nella tappa Scanno-Marcianise. Passa in testa Francesco Casagrande, ma nel finale piatto emergeranno gli sprintyer. Volata a ranghi compatti e vittoria di Baldato. Nel 2005 (tappa Celano-L’Aquila), il Godi, posto a 140 chilometri dal traguardo, non fa selezione. Primo in vetta è Tosatto.  

Forca Caruso ha invece avuto l’onore di veder transitare in testa il grande Fausto Coppi. Era il battesimo per questa salita, tappa Roma-Pescara, Giro d’Italia del 1948. I favoriti, un po’ svogliati, non si dettero battaglia. Ma sulla Forca Caruso, il Campionissimo, impegnato non solo nella conquista della maglia rosa ma anche nella lotta per il GPM, approfittò di una foratura del rivale Bartali e attaccò. Transitò quindi al comando sul valico. Nel finale ci fu spazio solo per i comprimari. La vittoria di tappa andò ad Antonio Bevilacqua, che al termine di una lunga fuga solitaria precedette Pugnaloni (a 3’21”) e Zanazzi (a 7’26”). 

Ma il vero re di Forca Caruso è un enfant-du-pays, l’indimenticato Vito Taccone, che su questa salita, al Giro, dava tutto se stesso. Passò in testa, sulla vetta, ben tre volte: nel 1964, nel ’65 e nel ’68. Per uno scherzo del destino, tuttavia, il Camoscio abruzzese non riuscì a cogliere in quelle tre occasioni il successo di tappa, che andò rispettivamente al belga Boucquet, a Galbo e a Bitossi. 

L’ultimo passaggio del Giro sulla Forca Caruso risale al 1988 (tappa Campitello Matese-Avezzano), primo in vetta il colombiano Pablo Hernández. Questa salita venne affrontata in altre due occasioni: nel 1958 (Zagano) e nel 1987 (Freuler)

Ai 1800 metri di Campo Felice, traguardo della tappa di oggi, il Giro d’Italia, invece, non è mai arrivato. Ha però steso, in passato, ben quattro volte il traguardo a Rocca di Cambio, comune di cui Campo Felice fa parte, con i successi del tedesco Altig (1966), di Galbo (’65), dello spagnolo Santamarina (’68) e di Tiralongo (2012). 

A Ovindoli, penultima salita del tappone di oggi, il Giro è già transitato tre volte: nel 1985 (Vittorio Algeri primo al GPM), nel ’90 (Maurizio Vandelli) e nel ’99 (Mariano Piccoli).