L’iniziale esclusione dal Giro d’Italia aveva fortemente irritato Gianni Savio e il suo staff. L’Androni è stata una delle squadre Professional più competitive nelle passate stagioni e per Giovanni Ellena, direttore sportivo del team, non partecipare alla corsa rosa sarebbe stata una vera ingiustizia.
Per Ellena infatti «mai come quest’anno la squadra è competitiva». Oltre alle classiche fughe che mettono in mostra il coraggio degli atleti, l’Androni ha infatti anche altri piani. Scopriamo quali!
Ellena, il Giro è iniziato e siete andati subito all’attacco. Che corsa farete?
«Il Giro d’Italia per una Professional come noi è fondamentale. Proveremo ad andare in fuga ogni giorno con la speranza che il gruppo non trovi l’accordo per l’inseguimento. Poi però vogliamo anche dimostrare di meritarci il posto facendo qualcosa di più…»
Ad esempio?
«Proveremo in questa prima settimana a muoverci con Cepeda e Sepulveda in ottica classifica generale. Jefferson è molto giovane quindi non ci poniamo degli obiettivi».
Al Tour of the Alps è andato forte…
«Esatto. E’ in buona condizione e le salite in questo Giro d’Italia sono davvero tante. Provare a stare con i big della generale potrebbe essere un motivo di orgoglio».
Con queste premesse quanto ha fatto male l’iniziale esclusione dalla corsa?
«Tanto, anche perché al Giro non siamo mai venuti per fare presenza. Certo, non abbiamo vinto una tappa nelle ultime due edizioni, ma nemmeno le altre Professional. Comunque, qualsiasi polemica è alle spalle. Ora dobbiamo pensare solo alla squadra che abbiamo qui».
A proposito, la vostra è una squadra fatta sia di giovani sia di corridori esperti…
«Abbiamo voluto fare un mix per poterci muovere su più fronti. Sepulveda e Pellaud sono i nostri corridori più esperti, quelli che potrebbero garantirci dei risultati di rilievo. Mentre i giovani come Tesfatsion, Venchiarutti e Ponomar sono qui per fare esperienza e mettersi in mostra».
Ponomar ha solo 18 anni ed è il più giovane al via. Che corridore è?
«E’ un ragazzo di cui sentirete parlare in futuro. Lo abbiamo voluto portare al Giro per fargli capire cosa significa correre una gara di tre settimane. Non ci aspettiamo certo che vinca una tappa, eppure avete visto ieri con che coraggio è andato all’attacco? Si deve ancora formare, ma vi posso dire che in salita va molto forte. Seguitelo con attenzione!»