Terenzi (Giro della Liberazione): «A Roma una giornata di grande ciclismo»

Liberazione
Il gruppo del Trofeo Liberazione sulle strade di Roma.
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Claudio Terenzi e i suoi collaboratori non stanno nella pelle: hanno preso in mano il Liberazione tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 e meno di quattro mesi più tardi regalano a Roma e al dilettantismo italiano una giornata di grande ciclismo. Il tradizionale appuntamento del 25 aprile mancava dal 2018, quando vinse Alessandro Fedeli: nel 2019 non venne allestito per dissesti finanziari della vecchia proprietà, lo scorso anno invece a causa della pandemia.

Che non può lasciare tranquilli nemmeno quest’anno, giusto Claudio?

«Noi ci siamo appoggiati ai protocolli dell’Uci, essendo il Liberazione una prova internazionale. Certo è che la questione sanitaria è quella che ci ha portato via più tempo ed energie. Quest’anno ci saranno Under 23, juniores e allievi: ecco, pensate che ogni categoria avrà un braccialetto di colore diverso e si darà il cambio con quella che segue. Non soltanto corridori, ma anche direttori sportivi e membri dello staff».

Under 23, juniores e allievi in una sola giornata: perché?

«E’ stata una mia volontà, l’ho voluto con tutto me stesso nonostante in molti non ci credessero. L’ho fatto per dare un segnale e, soprattutto, per dare la possibilità di correre a tanti ragazzi. Alla mattina correranno i dilettanti, nel primo pomeriggio gli juniores e poi gli allievi. Saranno 500 giovani coinvolti, forse anche di più. E tra gli juniores ci sarà una rappresentativa della nazionale italiana di ciclocross guidata da Fausto Scotti».

E le immagini della prova dei dilettanti saranno trasmesse anche sulla Rai.

«Sì, dovrebbero essere trasmesse subito dopo la Liegi-Bastogne-Liegi e commentate da Andrea De Luca. Sarebbe un bel colpo, potremmo attrarre così una bella fetta di pubblico. Però, allo stesso tempo, si tratta di una responsabilità in più: dovrà funzionare tutto alla perfezione, altrimenti le riprese televisive ci condanneranno».

Il percorso è quello tradizionale delle Terme di Caracalla, 138 i chilometri totali, ma quali saranno le squadre che si daranno battaglia?

«Trenta in tutto, 21 italiane e 9 straniere. Ci saranno le nostre migliori e anche realtà internazionali come il vivaio della Israel e dell’Astana, la formazione del Principato di Monaco nella quale corrono i due figli di Vinokurov e anche la nazionale inglese. E’ un peccato che lo stesso giorno ci sia anche l’ultima tappa del Giro di Romagna, ma la colpa non è di nessuno: noi quest’anno siamo arrivati tardi e dobbiamo prendere quello che viene».

E parallelamente alla corsa avete portato avanti anche un progetto solidale. Di cosa si tratta?

«Alcuni tecnici molto preparati, andando nelle scuole, si sono occupati dei bambini sordomuti insegnando loro il linguaggio dei segni e come si pedala. E’ un progetto nel quale credevamo molto. Sia per questo che per le tre categorie presenti, per la prima volta il Liberazione è stato considerato dal comune di Roma come evento d’interesse cittadino. Per fare un esempio, una spesa come quella dei vigili non è a nostro carico. Un bel riconoscimento, non c’è che dire…»