Bugno elogia l’UCI, Sagan la contesta. E poi i fatti di Morbegno..

Gianni Bugno, al Giro d'Italia 2020, nel ruolo di commentatore tecnico di Rai Sport
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Che i corridori non riescano ad essere una categoria capace di rappresentarsi non è una novità. L’ennesima conferma viene dalle affermazioni opposte che Peter Sagan e Gianni Bugno hanno rilasciato alla vigilia della Sanremo in tema di sicurezza.

Il Sagan Pensiero

Sagan: «L’UCI prima di decidere le norme sulla sicurezza non ha parlato con nessuno per discutere su cosa sia pericoloso e cosa no. Hanno preso la decisione e la decisione è questa. Adesso c’è poco da parlare. Almeno vedere la nostra opinione… Non so. Dobbiamo prenderla così… va bene. Ci sono diverse cose più pericolose che non la posizione in bici».

Il Bugno Pensiero

Bugno, presidente dei corridori: «L’ultima assemblea dei corridori è stata la prima in cui abbia parlato il presidente dell’UCI. Aspettiamo il voto degli atleti, ma io sono a favore del divieto di quella posizione pericolosa. Un po’ perché le bici non sono strutturate per reggere il peso del corridore sul tubo orizzontale e un po’ perché quello che fanno i pro’ viene imitato dai ragazzi ed è meglio evitarlo».

Ma i corridori sono stati coinvolti o no dall’UCI? Le decisioni sono state prese o si aspetta il voto degli atleti?
Purtroppo è proprio questa continua dissonanza che rende la categoria più debole e la porta a clamorosi autogoal come quello di Morbegno dove, dopo il pessimo comportamento dei corridori, si è dovuto registrare il pessimo comportamento delle istituzioni, UCI e FCI; il cui silenzio ha fatto archiviare quella squallida pagina senza alcuna stigmatizzazione.