
Negli sport di squadra il concetto-chiave è spesso il modello di gioco. Nel ciclismo sono le doti individuali a marcare la differenza rispetto al collettivo e Filippo Conca, protagonista e vincitore della classifica degli scalatori al Tour de La Provence sa quali sono gli esempi da seguire per continuare la scalata nel professionismo. Skills e tools del 22enne di Lecco ex Biesse Arvedi sono ancora tutte da scoprire, visto che è appena arrivato tra i grandi, ma le idee di Conca sono già ben chiare.
Conca: De Marchi e De Gendt gli attaccanti da seguire
Dopo il bello exploit in Provenza, la reazione del giovane corridore lombardo della Lotto Soudal è molto precisa e sicura del futuro che lo attende: «A inizio carriera molti sognano di vincere una Grande Classica o un Grande Giro. In me vedo di più la possibilità di un’evoluzione come attaccante. Un corridore alla Alessandro De Marchi o simile al mio compagno Thomas De Gendt. Entrare nelle fughe, mettermi in mostra in salita ed essere prezioso per la squadra mi sembra decisamente un ruolo che mi si addice».
Un corridore waterproof che va per la sua strada ed è consapevole della sua forza, anche ieri nell’ultima tappa della corsa francese ha provato a entrare nell’attacco di giornata: «Ho provato a inserirmi nel tentativo da lontano per assicurarmi di vincere la maglia. Nei primi cinquanta chilometri della tappa il ritmo era molto alto ed era praticamente impossibile riuscire a formare un buon gruppetto. Alla fine, ci sono riusciti in quattro, ma fortunatamente non c’era nessuno di pericoloso a impensierirmi per il primato della classifica dei GPM. Quindi ho lavorato per la squadra».
Due volte quinto classificato al Giro d’Italia Under 23 nel 2019 e nel 2020 e settimo al Giro della Valle d’Aosta del 2019, Filippo Conca si colloca a distanza dal ruolo del “domatore di montagne“: «Non sono uno scalatore. Malgrado abbia finito due volte quinto al Giro d’Italia Under 23. Penso sia un po’ troppo tardi per trasformarmi in uno scalatore puro, perché per farlo dovrei perdere molto peso e muscoli. Quindi, preferisco essere un po’ meno forte in alta montagna, ma più utile su altri terreni».