AMARCORD/23 Cunego, capolavoro al Lombardia: in quel 2004 aveva lo spunto del fuoriclasse

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Ventitré anni compiuti da poco, Damiano Cunego si presenta al Giro di Lombardia del 2004 con l’aura del baby fenomeno. In pochi mesi ha vinto quello che a un qualsiasi ottimo corridore basta per anni, tredici corse tra cui Giro del Trentino e Giro dell’Appennino, e soprattutto il Giro d’Italia, strappato non senza polemiche al suo capitano nella Saeco, Gilberto Simoni.

Nel ciclismo italiano, impegnato in un doloroso dopo-Pantani, Cunego è uno dei due grandi pilastri su cui costruire il futuro. L’altro è Ivan Basso, che ha quattro anni di più e a Parigi, nell’ultimo Tour, è arrivato al terzo gradino del podio, proponendosi come uno dei più temibili avversari del tiranno Armstrong.

Cunego contro Basso: l’ipotesi di una grande rivalità aleggia nelle speranze e nelle previsioni, e prende ulteriore forza proprio al Giro di Lombardia, ultimo grande appuntamento stagionale. 

Basso, show in salita. Cunego cede, rientra e vince

Ivan quel giorno è davvero terribile: accelera sul Ghisallo, dà spettacolo sulla salita di Civiglio, va di nuovo in forcing sulla salita di San Fermo, ultima erta prima del traguardo di Como. Cunego tenta di rispondere colpo su colpo, ma verso la vetta di San Fermo perde terreno e sembra spacciato, mentre Cadel Evans e l’olandese Bogeerd seguono le cadenze di Basso.

Proprio lì, però, Cunego fa il capolavoro. Il suo è un cedimento misurato, che gli consente di non bruciare tutto e rientrare sui primi a quattro chilometri dallo striscione. A quel punto, essendo il più veloce del lotto, ha la vittoria addosso. E la volata in effetti non ha storia: Basso prova a partire lungo, Cunego gli esce dalla ruota e lo salta netto. Bogeerd tenta una rimonta in extremis ma deve accontentarsi del secondo posto.

Damiano Cunego in azione al Giro di Lombardia 2004. Quel giorno, dopo aver ceduto al ritmo di Basso, rientrò sugli attaccanti e vinse in volata.

Quel giorno si chiuse la storia della Coppa del Mondo, con Bettini campione

Nelle pieghe della corsa, anche il duello tra Bettini e Rebellin per la Coppa del Mondo, che proprio in quel 2004 chiudeva i battenti dopo 16 edizioni. Per tutta la giornata, Bettini marcò Rebellin, l’unico in grado di soffiargli il titolo in extremis. Finché il veneto, dopo aver tentato qualche allungo, si rialzò e dichiarò la resa. 

Quanto a Cunego, il suo successo fece pensare a Merckx, l’ultimo in grado di vincere nella stessa stagione (il 1972) Giro d’Italia e Lombardia. Il “Piccolo Principe” di lì in poi mantenne meno di quanto aveva promesso in quell’eccezionale 2004. Il feeling con il Giro di Lombardia però fruttò altre due vittorie, nel 2007 e 2008. Nell’albo d’oro della corsa, il suo nome è dopo quelli di Coppi (5 successi) e Binda (4), e insieme a mostri sacri come Pelissier, Girardengo, Belloni, Bartali e Kelly. Davvero non male.