Polemiche per la candidatura internazionale della Isetti. Ma bisogna cambiare le regole

Daniela Isetti, vice presidente federale uscente e prossima candidata alla presidenza.
Tempo di lettura: < 1 minuto

Dopo Silvio Martinello anche Cordiano Dagnoni ha espresso la sua disapprovazione per la candidatura di Daniela Isetti al Comitato direttivo dell’Uci. In effetti non può apparire quanto meno anomalo che a decidere chi dovrà rappresentare la Federazione Ciclistica Italiana nel prossimo quadriennio venga deciso da un’amministrazione uscente con il forte rischio che il candidato sia tutt’altro che in sintonia con i nuovi eletti.

Daniela Isetti: polemiche per la candidatura nel Comitato direttivo UCI

Purtroppo questa grave anomalia non è nuova ed in passato si è verificato proprio il caso più sgradevole che poi ha condotto, con una moral suasion, alle dimissioni il rappresentante italiano ed alla sua sostituzione.
Il problema nasce da una cattiva gestione del calendario elettivo. Le candidature internazionali vanno presentate entro gennaio e quindi prima che vengano svolte le elezioni italiane. È dunque inevitabile che vengano presentate dai dirigenti in scadenza. È ovvio che potrebbero essere gestite in maniera diversa, ma qualunque scelta finirebbe per creare problemi.

D’altra parte anche le procedure elettorali italiane sono assai discutibili. Infatti il calendario prevede prima la scelta dei delegati votanti al congresso, poi l’elezione dei comitati regionali, infine il congresso. La logica imporrebbe invece prima l’elezione delle strutture periferiche, poi la nomina dei delegati, quindi l’assemblea nazionale ed infine, dal nuovo governo, le candidature per la rappresentanza internazionale.
Ma, così come per tante altre cose, queste riforme, che apparirebbero scontate e condivise, vengono immediatamente accantonate dopo lo svolgimento delle elezioni perché agli eletti, finora, ha fatto comodo mantenere lo status quo che favorisce sempre chi detiene il potere.