La sfida di Alana, in gara senza sponsor per amore del ciclismo

Alana Forster
Alana Forster in allenamento in Australia, prima del Santos Festival of Cycling (foto: Instagram/Alana Forster)
Tempo di lettura: 2 minuti

Per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale. Share the love di Alana Forster per il ciclismo. Un amore infinito che la dottoressa australiana ha deciso di vivere con coraggio e spirito d’avventura al Santos Festival of Cycling. Quest’anno il Tour Down Under si è messo nel leader’s corner per fare spazio a un multi-evento riservato agli sportivi della terra dei canguri. Una porta aperta per tutti gli appassionati di ciclismo che si sono messi in gioco come dei veri professionisti. Tra i partecipanti Alana, professione medico, che senza brand, scritte fantasmagoriche e maglie fluorescenti si è divertita in sella alla sua amata bicicletta.

Alana Forster e un sogno a pedali: al Santos Festival of Cycling senza sponsor

Mentre tutte le squadre si schierano e raggruppano riconoscibili con le loro divise tutte uguali e colorate, nella gara femminile c’è qualcuno che si distingue. Ma è una di quelle diversità positive, apprezzabili e da ammirare. Una maglia bianca priva di sponsor, semplice e leggera come quelle che si indossando per fare palestra o andare a correre all’aria aperta nei parchi delle grandi città. Dietro c’è il sorriso di Alana Forster, eroe in corsia durante la pandemia del Covid-19 e atleta dello NSW Institute of Sport di Sidney, team dell’Olimpic Park dei Giochi Olimpici del 2000.

Alana è andata in fuga nella prima tappa ed è stata raggiunta soltanto sulla salita finale. Poi è tornata con grande audacia all’attacco nella terza frazione: «Volevo illuminare un po’ la scena e farmi notare in gara. So che nove volte su dieci la fuga non arriva, ma se c’è la possibilità è bello attaccare. Come in ospedale, devi avere sempre un po’ di speranza». La dottoressa Forster ha corso perché è rimasta affascinata dal passaggio del gruppo magico e variopinto dei professionisti nelle edizioni precedenti del Down Under ed è riuscita a vincere per due volte il premio della combattività.

«Non ho partecipato per vincere, ma per portare a casa una bellissima esperienza», ha raccontato. Non ci sono state vittorie di tappa, podi o piazzamenti importanti in classifica generale (è arrivata ventiseiesima). E forse è proprio questo il bello dello sport, un’atmosfera genuina che va recuperata: viaggiare sul ciglio della strada, la stessa strada teatro delle sfide dei grandi campioni. Campioni che ci fanno sognare e battere il cuore e amare il finale di storie così, come quella di Alana.