AMARCORD/15 Il grido di Bettini, a un passo dai saluti: «Fuori chi tradisce il ciclismo!»

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«Fuori chi bara!»: nell’estate del 2008, giunto quasi ai saluti dopo una carriera stellare, Paolo Bettini lanciava il suo grido, a difesa di tutti gli amanti del ciclismo.

Era un periodo difficile, tra gli echi della Operaciòn Puerto non ancora spenti e lo sconcerto per il nuovo caso scoppiato da pochi giorni, durante il Tour, quando Riccardo Riccò era risultato positivo al CERA e licenziato dalla sua squadra, la Saunier Duval. 

Campione del mondo da due stagioni, con 34 anni sulle spalle, Bettini parlava da padre nobile. Anche lui un anno prima si era ritrovato al centro di una situazione scomoda, alla vigilia del mondiale di Stoccarda. «Bettini è uno dei pochissimi che non hanno firmato il nuovo protocollo sul doping», aveva dichiarato il presidente Uci Pat McQuaid, e gli organizzatori tedeschi si erano affrettati a bollare il corridore come indesiderato

«Agli esami mi sottoporrò senza problemi – aveva risposto Bettini – ma nel protocollo dell’Uci ci sono elementi ricattatori». E poi l’affondo: «Se fanno questo per destabilizzarmi alla vigilia del mondiale, sappiano che glielo rivinco apposta». Ed era stato prodigiosamente di parola, centrando un bis da favola.

Bettini mostra la maglia iridata ad Alfredo Martini, all’epoca non più ct, ma amatissimo padre nobile del ciclismo italiano. Sceso di bici, anche Bettini farà commissario tecnico, dal 2010 al 2013.

Il mondiale di Varese, la sua ultima passerella

L’appello raccolto da Bicisport nel numero di agosto 2008, e rilanciato in copertina, era l’ultima, decisa presa di posizione del Bettini corridore, che di lì a poche settimane avrebbe dato l’annuncio del ritiro, proprio alla vigilia del suo decimo mondiale. 

Sul circuito di Varese, il campione si accorse ben presto che il marcamento a cui era sottoposto avrebbe reso il tris iridato difficilissimo. Così, quando Ballan colse l’attimo per piazzare l’agguato decisivo, Bettini mollò dolcemente gli ormeggi, mettendo in trappola i suoi controllori e godendosi una intensa passerella fino al traguardo.