AMARCORD/1 Tour 2009, decolla Nibali: il ciclismo italiano torna a sognare in giallo

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“La scoperta di Nibali”, titola BS nel numero di agosto del 2009. In effetti, proprio nel Tour de France concluso pochi giorni prima era decollato l’astro di Vincenzo, che fin lì nelle corse a tappe aveva alternato segnali incoraggianti a puntuali cedimenti sulle grandi montagne.

Undicesimo al Giro del 2008, ventesimo al Tour dello stesso anno, più che un leader sembrava un prezioso luogotenente. Nella Grande Boucle 2009 però parte come punta della Liquigas, visto che il suo capitano Ivan Basso aveva scelto di correre Giro e Vuelta.

Il suo momento arriva nella tappa che sconfina in Svizzera e termina con la salita di Verbier. Lì scatta l’agguato di Contador, che a cinque chilometri dal traguardo schizza come una pallina premuta tra due dita e prende il largo. Provano a inseguirlo i fratelli Schleck, accusa il colpo Lance Armstrong, che proprio quell’anno era tornato alle corse dopo quattro anni dal ritiro e che sulla soglia delle 38 primavere puntava all’ottavo trionfo in giallo.

Il terzo posto sulla salita di Verbier è una consacrazione

Vincenzo Nibali in azione durante la 15ª tappa del Tour de France 2009 con arrivo a Verbier. Il siciliano concluse la Grand Boucle al 6° posto.

Vincenzo sembra in difficoltà, ma via via torna nel gruppetto di Armstrong e pedala al coperto. Mentre Contador consuma la sua impresa solitaria, la sorpresa Wiggins, fin lì ritenuto solo un pistard con attitudini a cronometro, stacca Armstrong. Lo seguono in pochissimi e tra questi c’è anche Nibali, che sulle ultime rampe attacca e si prende il terzo posto, dopo Contador e Andy Schleck.

È il suo vero ingresso nell’alta nobiltà del ciclismo, dalla quale non uscirà più. A Parigi è settimo, ma diventa sesto tempo dopo, quando Armstrong (che aveva chiuso in terza piazza) viene spogliato di tutti gli allori francesi.

Sulla copertina di Bicisport, nel riquadro accanto a Nibali, altri due italiani che si fecero notare in quel Tour: Rinaldo Nocentini, in maglia gialla per otto giorni, e Franco Pellizotti, che portò fino alla fine la maglia a pois, onore che gli fu tolto qualche tempo dopo a causa di una squalifica.