Gilbert: «Solo io e Trentin alla riunione per la sicurezza e poi i corridori si lamentano»

Philippe Gilbert al Tour de France 2020 (foto: Facebook/Philippe Gilbert)
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Per cambiare musica e dare un segno di discontinuità ci vuole un’orchestra affiatata. Philippe Gilbert e Matteo Trentin giovedì 10 dicembre sono stati i due soli corridori del WorldTour presenti all’ultima riunione del Professional Cycling Council (PCC) dell’UCI, un incontro virtuale nel corso del quale sono state discusse e analizzate le nuove misure di sicurezza che verranno inserite nei protocolli 2021 nell’interesse della sicurezza dei ciclisti e dell’ambiente che ruota intorno a loro.

Gilbert e il tema della sicurezza: «I corridori si lamentano per un anno intero, ma non partecipano alle riunioni»

Peccato che la risposta in termini numerici sia stata veramente esigua e Philippe Gilbert, a Het Nieuwsblad, per questo motivo ha criticato senza mezze misure la totalità degli assenti alla riunione: «Solo due corridori hanno pensato che valesse la pena partecipare: Matteo Trentin e io. Il CPA chiede regolarmente ai corridori di partecipare a questo tipo di incontri, ma di solito nessuno si presenta, purtroppo. Non è per me che sto partecipando. In linea di principio, i corridori di vent’anni dovrebbero impegnarsi, ma a quanto pare non hanno abbastanza tempo. I corridori si lamentano per un anno intero sui media sul tema della sicurezza, ma questo tipo di incontri poi non è utile. Se vuoi cambiare qualcosa come corridore, devi anche avere il coraggio di aprire bocca nei momenti che servono a questo scopo, come nell’occasione dell’incontro di giovedì».

Sulla scorta e memori purtroppo del brutto incidente di Fabio Jakobsen, parte del dibattito ha interessato anche le barriere da installare sui rettilinei di arrivo in caso di volata, come riferisce Gilbert: «Si è discusso molto delle barriere. Spesso non hanno il profilo giusto o sono posizionate troppo tardi, solo 300 metri prima dell’arrivo. I corridori vogliono che ci siano quelle barriere quando inizia uno sprint a 60 km/h. Abbiamo anche discusso molto dei veicoli durante le corse. A causa del mio infortunio, ho dovuto seguire molte gare in TV quest’anno. Spesso mi sono chiesto se stavo guardando una corsa di ciclismo o una di MotoGP. Stanno davvero esagerando con i veicoli, chissà se servono davvero tutti».