Linee e transenne: i consigli di Theo Bos per rendere sicuri gli sprint

L'arrivo della 5ª tappa del Tour dell'anno scorso. Sul traguardo di Colmar, vince in volata Peter Sagan. Foto A.S.O. Thomas Maheux
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Da qualche anno Theo Bos ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla pista ma questo non vuol dire che abbia perso di vista il mondo della strada, universo del quale ha continuato a seguire sempre vicende e imprese con interesse.

Velocista di discreto successo (37 vittorie in carriera, l’ultima al Tour de l’Eurométropole nel 2014), Bos in particolare è stato chiamato di recente a dire la sua su un argomento delicato come quello della sicurezza negli sprint, tema quanto mai delicato visti gli incidenti e le squalifiche piovute quest’anno in volata.

Selezione delle sedi d’arrivo

Interpellato dalla testata olandese AD, Bos si è prodigato nel fornire una serie di idee concrete che, a suo avviso, potrebbero garantire meno caos e meno rischi agli uomini veloci del gruppo.

L’olandese innanzitutto ha sottolineato la necessità di studiare con più attenzione la collocazione della linea d’arrivo sul rettilineo finale: «La regola in volata è che non puoi deviare dalla tua linea. Ma se il traguardo è in curva o appena dopo di essa? A quel punto come si può definire una linea retta? Questo tipo di arrivi devono sparire».

Attenzione alle transenne

Oltre ai pericoli prodotti dalla strada però i corridori a volte hanno avuto a che fare anche con quello che accadeva ai bordi di questa, ovvero dietro le transenne. I comportamenti poco opportuni da parte del pubblico infatti negli ultimi anni, in più d’una circostanza, hanno finito per intralciare pericolosamente gli sprint di gruppo.

A riguardo, Bos appare piuttosto sicuro sulle misure da adottare proponendo una doppia barriera di transenne alte due metri o, in alternativa, delle transenne a struttura diagonale senza piedi rivolti all’interno della carreggiata: «Le usano già al Tour ma dovrebbero adottarle dappertutto».

Linee e corsie

Bos quindi ha approfondito, professandosi favorevole, un’idea già circolata negli ultimi mesi ovvero quella delle linee dipinte sull’asfalto a disegnare carreggiate separate da occupare e da cui non uscire pena squalifica immediata. In particolare, per lui, le corsie dovrebbero essere tre: una centrale riservata agli sprinter che vogliono giocarsi il successo e due laterali, affianco alle transenne.

«Così eviti che i corridori vaghino per la strada. Se sei nella corsia dei velocisti a trecento metri dall’arrivo devi restare in quella, altrimenti vieni declassato».

Per l’olandese in questo modo si andrebbe a proibire il sorpasso lungo le transenne: «In pratica non puoi più buttarti negli spiragli che si aprono come Sagan al Tour e, allo stesso tempo, eviti che il corridore che ti precede ti chiuda la porta in faccia».

Un possibile perfezionamento di questo progetto potrebbe essere per lui quello di rifarsi al keirin introducendo un’altra linea e far sì che se «attraversi due linee sei fuori».

Riscontro positivo

I suggerimenti e le dritte di Bos sono già stati recepiti dall’UCI che, contattata da AD, per voce di Joey Ermens (commissario di giuria) si è detta contenta di tali proposte aggiungendo come «sia importante coinvolgere gli organizzatori perché sono loro che giocano un ruolo fondamentale nel successo di queste iniziative».